Questione che emerge quando le gambe si scoprono. I sintomi e l'intervnto di Ablazione Endoluminale Meccanico Chimica

L'arrivo della stagione estiva evidenzia un problema estetico che arriva a colpire gli occhi di migliaia di donne. E' quello delle vene varicose, che spiccano in maniera evidente sulla pelle pallida non ancora esposta al sole. Un problema che non è però solo estetico, ma implica anche la salute delle gambe, e su cui sarebbe bene intervenire prima che le conseguenze siano ancora peggiori.Infatti dalle 'semplici' vene varicose il rischio è quello di arrivare a sviluppare vere e proprie ulcere della gamba, per le quali l'intervento medico è molto più invasivo. "Quella delle vene varicose è una malattia che colpisce soprattutto le donne, e in particolare le pazienti dai trent'anni in su, specialmente quelle che hanno già avuto una gravidanza", spiega il Prof. Massimo Danese, Chirurgo Vascolare Responsabile del Centro di Flebochirurgia presso l'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. "E il problema peggiora naturalmente quanto più passano gli anni, soprattutto per le pazienti dai 60 anni in su".

E' in questa fascia di età dunque che "la problematica su cui intervenire è naturalmente più complessa". Ecco perché bisognerebbe prestare attenzione ai cosiddetti 'campanelli d'allarme'. "Si parte dal gonfiore cronico alle gambe (flebedema) per arrivare alle macchie (discromie cutanee) riscontrabili sulla pelle, per poi arrivare a lesioni cutanee (fenomeni dermoipodermitici) ed infine nei casi più gravi, a vere e proprie lesioni ulcerative delle gambe", spiega l'esperto. I rischi, dice il medico, sono "danni permanenti a livello cutaneo e sottocutaneo con sintomi cronici quali gambe pesanti, stanche (gambe senza riposo). Rischi di flebiti e tromboflebiti ricorrenti. Ripeto, non è quindi solo un problema estetico che ci mette in crisi ora che si avvicina l'estate e c'è la tendenza a scoprire le gambe. È un vero e proprio problema di salute per le nostre gambe".

Una cura, recente, c'è. "Si tratta dell'Ablazione Endoluminale Meccanico Chimica (MOCA) che avviene mediante uno strumento ideato e progettato dalla Yale University in Connecticut, e distribuito in Italia solo dallo scorso anno – spiega Danese – tra i vantaggi di sicuro il fatto che non sia necessaria l'anestesia per intervenire, visto che il trattamento è praticamente indolore. Tutto ciò è dovuto al fatto che il catetere, inserito nella safena con un ago, 'ruota' creando un vasospasmo che è in sinergia con l'iniezione del farmaco sclerosante. È una tecnica nuova, che non implica l'uso di anestesia a differenza delle altre principali tecniche endoluminali disponibili ad oggi per questo tipo di problematica, quali il laser e la radiofrequenza". I tempi di recupero sono brevissimi: già dal giorno dopo è possibile riprendere la propria vita normale; sarà solo necessario indossare una calza elastica per una decina di giorni".

Attenzione però: "Si sconsiglia sempre di affrontare tale problema in estate, quando il caldo favorisce la vasodilatazione e i raggi ultravioletti sono più forti. Un buon momento per farlo è il periodo invernale, ma in questo periodo si può cominciare a programmare l'intervento", conclude il professor Danese.

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