Il trattamento meno invasivo rispetto all'approccio chirurgico permette un recupero rapido e può risolvere fino al 60% dei casi

All’ospedale Evangelico Internazionale di Genova il ginecologo Alessandro Fasciani ha introdotto una tecnica innovativa per la cura dei fibromi, attraverso ablazione con radiofrequenza.
Si tratta di un trattamento molto meno invasivo rispetto all’approccio chirurgico, che permette un recupero rapido (al lavoro fin dal giorno successivo) e può risolvere fino al 60% dei casi di fibromatosi uterina. Nel mondo viene usato da oltre 10 anni, in Italia dal 2017 nell’ospedale genovese, dove ha avuto ottimi risultati su oltre 200 fibromi trattati.

Una settimana fa, nello stesso ospedale dove le era stata effettuata l’ablazione di due fibromi, Silvia Maggio, 46 anni, ha dato alla luce un bimbo. La donna, contattata da LaPresse, racconta la sua esperienza: prima l’intervento di ablazione, nel giugno del 2020, con il quale ha potuto evitare l’isterectomia, poi all’inizio del 2021, la scoperta della gravidanza, fino alla nascita del bimbo, Michelangelo, il 20 settembre, alla 39esima settimana, con parto cesareo. “Sono felice di poter raccontare quel che è successo a me – dice – perché so quanto sia comune avere a che fare con i fibromi, anche per donne più giovani. Ed è importante sapere che esiste la possibilità di evitare l’intervento chirurgico”.

“Siamo ancora nella fase pionieristica – chiarisce il dottor Fasciani, ma è un peccato che, a fronte di risultati così incoraggianti, attualmente si ricorra per questi problemi ancora, e quasi sempre, o alla asportazione dei fibromi con ricoveri e lunghe degenze o perfino alla asportazione dell’utero”. L’ablazione con radiofrequenza (Arf) è una forma di ablazione ipertermica che prevede l’utilizzo di una temperatura elevata per distruggere tessuto. La Arf è una metodica affidabile ed efficace e per questo è una tecnica ‘mininvasiva’ validata da anni nel trattamento dei tumori del fegato, dei reni, delle ossa e dei polmoni come opzione importante nei casi non operabili o in cui siano fallite chemioterapia e radioterapia. Attualmente quasi 7 casi su 10 di Arf dei miomi uterini viene eseguita con sonda ecografica per via vaginale garantendo elevati tassi di precisione e sicurezza.

Grazie ad una collaborazione multidisciplinare fortemente voluta dai primari dottor Sirito e dottor Turtulici, ogni caso è gestito da un equipe composta da un ginecologo e un radiologo interventista. La casistica pubblicata recentemente su rivista internazionale dal dottor Fasciani mostra come questo trattamento possa anche essere combinato alla isteroscopia o laparoscopia dal momento che ogni caso viene gestito sulla base della localizzazione e dimensione dei diversi miomi. Inoltre, questa tecnica è l’unica fra le mini-invasive che garantisce la biopsia di ogni singolo fibroma prima del trattamento consentendo pertanto la massima sicurezza in termini oncologici.

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