Per la giornata mondiale dell'alimentazione, l'Ong avvia la campagna di raccolta fondi 'Emergenza Fame'

La pandemia da Covid-19, l’escalation della guerra in Ucraina e i fenomeni climatici estremi, hanno contribuito ad affamare la popolazione mondiale facendola piombare, di fatto, nella più grave emergenza alimentare del 21° secolo che sta colpendo soprattutto i più piccoli. In media, ogni anno nel mondo, 1 milione di bambini con meno di 5 anni muore a causa della malnutrizione, ma attualmente altri 13,6 milioni di bambini rischiano la vita per la sua forma più acuta e grave. Nel 2020, 45,4 milioni di bambini sotto i 5 anni erano gravemente malnutriti, numero che entro la fine del 2022, si stima possa arrivare a 59 milioni. A lanciare l’allarme è Save the Children, l’Organizzazione che, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, avvia la campagna di raccolta fondi “Emergenza Fame”, che quest’anno accende i riflettori su uno dei killer più silenziosi per bambine e bambini: la malnutrizione.

La direttrice di Save the Children Italia

L’Organizzazione ha voluto mostrare il volto di S.A.M., (Severe Acute Malnutrition/Malnutrizione Acuta Grave) stampato su un enorme striscione srotolato al Circo Massimo di Roma, completamente vuoto. Come si legge nella nota, “S.A.M. rappresenta il volto di tutte le bambine e i bambini che nel mondo stanno rischiando di morire a causa della malnutrizione, circondati dal silenzio e dall’indifferenza del mondo intero. Ogni vita persa rappresenta il fallimento politico della comunità internazionale che ha ignorato gli appelli lanciati negli scorsi mesi e non è stata nuovamente in grado di anticipare ed evitare le conseguenze peggiori di questa crisi, né sta tuttora intervenendo efficacemente e velocemente. Negli ultimi anni, un mix di fattori letali, quali la pandemia, la crisi climatica, i conflitti in corso, l’aumento vertiginoso dei prezzi di alimenti essenziali, ha contribuito ad accelerare la diffusione della fame nel mondo. Specialmente per i più piccoli, la situazione è drammatica. In molte aree del mondo, non c’è più cibo, non c’è più acqua e non c’è più tempo. Bisogna agire ora per non rischiare di perdere una generazione di bambini”, ha affermato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia. “Salvare questi bambini, è insito nel nostro nome è nella nostra missione. Conosciamo la malnutrizione, sappiamo come combatterla, ma occorre fare in fretta e chiediamo a tutti di aiutarci a farlo. Quando il Corno d’Africa ha dovuto affrontare una crisi simile nel 2011, il mondo ha risposto troppo tardi e più di 260mila persone hanno perso la vita in una carestia devastante. Almeno la metà erano bambini piccoli. Avevamo promesso che non sarebbe accaduto mai più, ma oggi rischiamo di avere un impatto ancora più grave, dopo che tutti gli appelli dei mesi scorsi sono rimasti inascoltati”, ha proseguito Daniela Fatarella.

“La malnutrizione acuta – come spiega Save the Children – causa l’arresto della crescita, ostacola lo sviluppo fisico e mentale, aumenta il rischio di contrarre malattie mortali, l’atrofia muscolare fino all’incapacità di muoversi e, infine, sopraggiunge la morte. In questa crisi, inoltre, le donne e le ragazze sono particolarmente vulnerabili. Circa il 70% di tutte le persone affamate nel mondo, sono rappresentate proprio da loro”.

I dati

A causa della più grave emergenza alimentare del 21° secolo, entro la fine del 2022, almeno 222 milioni di persone in 53 aree del mondo, potrebbero dover affrontare la fame ad un livello critico – il numero più alto dall’inizio delle rilevazioni – e 45 milioni in 37 paesi sono a un passo dalla carestia. Inoltre, 970mila persone stanno già affrontando condizioni simili alla carestia in 5 paesi – (Somalia, Sud Sudan, Afghanistan, Etiopia e Yemen). In tutto il mondo, fino a 345 milioni di persone non hanno accesso a cibo nutriente a sufficienza, al punto che le loro vite e i loro mezzi di sussistenza sono in grave pericolo. Una cifra che ha visto un aumento di oltre il 150% dal 2019 e riflette livelli di fame nel mondo senza precedenti . Basti pensare che, ogni quattro secondi in tutto il mondo una persona muore a causa della fame estrema. Se non si interviene subito, nei prossimi mesi in sei Paesi (Afghanistan, Etiopia, Nigeria, Somalia, Sud Sudan e Yemen), si verificherà una diffusa situazione di fame e di morte.

Scelte estreme

Una crisi alimentare profonda come questa oltre a mettere in pericolo la vita dei bambini, è una pesante ipoteca sul loro futuro. Come sottolinea l’Organizzazione, l’estrema carenza di cibo, purtroppo, sta spingendo le famiglie a compiere scelte estreme, che nessun genitore dovrebbe mai essere costretto a fare, come far abbandonare la scuola ai propri figli per trovare un lavoro, farli sposare prematuramente o persino rinunciare a loro in cambio di soldi. Anche in questo caso, bambine e ragazze hanno maggiori probabilità rispetto ai coetanei maschi di essere allontanate dalla scuola e sono maggiormente a rischio di matrimoni precoci o violenza di genere. Secondo le proiezioni, infatti, la crisi del COVID-19 e il suo continuo impatto sulla disuguaglianza di genere spingeranno 10 milioni di ragazze in più verso il matrimonio entro il 2030, il primo aumento dei tassi globali in più di due decenni.

La raccolta fondi ‘Emergenza fame’

Save the Children lavora ogni giorno per rispondere alla più grave crisi alimentare del 21° secolo e in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione avvia la campagna di raccolta fondi ‘Emergenza Fame’, che quest’anno accende i riflettori su uno dei killer più silenziosi per bambine e bambini: la malnutrizione e per portare assistenza a bambine e bambini che nel mondo, in questo momento, hanno più bisogno di aiuto. Fino al 31 dicembre è possibile sostenere la campagna donando 2 euro con un sms al 45533 dal proprio cellulare o chiamando l’800 08 18 18 per donare con carta di credito. Testimonial della campagna di Save the Children quest’anno saranno Cesare Bocci, Ambasciatore dell’Organizzazione, Michela Andreozzi, Tosca D’Aquino, Silvia Salemi, Tinto e Anna Valle. “Non possiamo pensare di agire solamente nell’ottica di una risposta emergenziale e con interventi e risorse di breve periodo. Abbiamo bisogno di un approccio strutturale per affrontare le cause dei problemi, di una visione e di politiche di lungo periodo, supportate da fondi flessibili per rafforzare la resilienza delle comunità, allo stesso tempo occorre disporre di quei meccanismi in grado di anticipare il rischio, prevenire, allertare e rispondere alle crisi tempestivamente. Le crisi come questa continueranno a ripetersi se non verranno messe in piedi le azioni di prevenzione necessarie Oggi lanciamo una petizione proprio per chiedere al futuro Governo italiano e alle Istituzioni internazionali che vengano stanziate immediatamente le risorse necessarie per salvare le vite di coloro che sono già colpiti dalla crisi alimentare e ulteriori investimenti per prevenire le emergenze. Chiediamo anche che vengano aumentate significativamente le risorse per la cooperazione internazionale e per uno sviluppo sostenibile per il Pianeta e il benessere delle persone. Per non dovere assistere più inermi alla morte di un bambino”, ha affermato Daniela Fatarella.

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata