Non esistono vaccini: l'unica difesa è non farsi pungere dalla zanzara infetta
Nuovo caso di infezione da virus West Nile nell’uomo dall’inizio della sorveglianza: si tratta di un 72enne ricoverato a Oristano, primo caso umano di questa stagione nel territorio, dopo quelli dell’estate scorsa. Le infezioni negli ultimi giorni sono comunque cresciute: al netto di quest’ultimo caso, nel bollettino dell’Iss datato 3 agosto, erano 25 dall’inizio di maggio. Ma, nel report del 27 luglio, i casi segnalati erano sei. Nulla a che vedere comunque con i numeri dello scorso anno, quando in Europa si verificarono 1.112 casi di West Nile nell’uomo, di cui 723 in Italia.
Non esistono vaccini: l’unica difesa contro la West Nile è non farsi pungere dalle zanzare infette. Fondamentali le disinfestazioni nei luoghi pubblici per uccidere insetti adulti e larve. Sempre più Amministrazioni dunque stanno vagliando l’obbligo di effettuare trattamenti preventivi in caso di manifestazioni pubbliche serali. Dei 42 casi ufficiali finora ufficialmente confermati riportati dall’Iss, 21 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (7 Emilia Romagna, 12 Veneto, 2 Piemonte), 12 casi identificati in donatori di sangue (3 Lombardia, 6 Veneto, 3 Emilia-Romagna) e 9 casi di febbre (1 Lombardia, 7 Veneto, 1 Emilia-Romagna). Cinque i decessi tra i casi confermati riportati dall’Iss (3 in Veneto, 1 in Piemonte e 1 in Emilia Romagna).
COS’È
La febbre West Nile è una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare. Isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda – nel distretto West Nile – da cui prende il nome – il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. In Italia il primo focolaio risale all’estate del 1998, con alcuni casi accertati nei cavalli nell’area di Padule di Fucecchio, in Toscana. A seguito di tale evento, il Ministero della Salute ha attivato dal 2002 il Piano nazionale di sorveglianza, per monitorare la circolazione del virus su tutto il territorio nazionale.
TRASMISSIONE
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare – in particolare del tipo Culex – le cui punture sono il mezzo principale di trasmissione all’uomo. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli.
PERIODO DI INCUBAZIONE E SINTOMI
Dalla puntura della zanzara infetta, l’incubazione varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette è asintomatica. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto in base all’età: più lievi nei giovani in salute. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono: febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
DIAGNOSI
La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dai primi sintomi potrebbero dare falsi negativi.
TERAPIA E TRATTAMENTO
Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno oppure possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi si rende necessaria l’ospedalizzazione, con la somministrazione di fluidi intravenosi e la respirazione assistita.
PREVENZIONE
Non esiste un vaccino. Al momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre la possibilità di esposizione alle punture di zanzare. Da qui, si consiglia l’uso di repellenti e zanzariere alle finestre. Importante anche evitare che gli insetti si riproducano, svuotando i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante.
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