La denuncia di Medici nel Mondo con la campagna 'The impossible Pill'
Aborto frmacologico come una ‘Mission Impossible’ in Italia. Lo denuncia Medici nel Mondo. Con il rapporto ‘Aborto farmacologico in Italia: tra ritardi, opposizioni e linee guida internazionali’, l’organizzazione ha “catturato luci ed ombre della situazione nel nostro Paese attraverso dati, interviste e testimonianze”. La campagna ‘The Impossible Pill’, con il linguaggio ironico di Laura Formenti, che ha attraversato l’Italia dalla Sicilia fino alla cima del Monte Bianco, denuncia le difficoltà di accesso all’aborto farmacologico.
L’Italia è ancora molto in ritardo: secondo i dati di Medici nel Mondo, la pillola abortiva è arrivata solo nel 2009 e negli anni sempre più persone l’hanno preferita al metodo chirurgico, passando dallo 0,7% nel 2010, al 20,8% nel 2018, fino al 31,9% nel 2020, con le percentuali più elevate registrate in Liguria (54,8%), Basilicata (52,5%) e Piemonte (51,6%). Numeri però ben lontani dagli altri Paesi europei: in Francia (dove la RU486 è stata introdotta già nel 1988) e in Inghilterra (nel 1990) gli aborti farmacologici sono oltre il 70% del totale (la percentuale supera il 90% nel Nord Europa), con la possibilità di somministrazione fino alla nona settimana di gravidanza e in regime di day hospital – possibilità che in Italia è stata introdotta solo nel 2020 con l’aggiornamento, da parte del Ministero della Salute, delle “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza”.
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