Le manifestazioni tipiche della malattia indotta dal virus respiratorio sinciziale includono naso che cola, faringite, febbre, tosse e respiro sibilante

Il virus respiratorio sinciziale (VRS) è una causa molto comune di infezione dell’apparato respiratorio, in particolare nei bambini ed è la principale causa di bronchiolite e di polmonite nei bambini di età inferiore a due anni. È la prima causa di ospedalizzazione nel lattante. Le manifestazioni tipiche della malattia indotta dal virus respiratorio sinciziale includono naso che cola, faringite, febbre, tosse e respiro sibilante, quando l’infezione è grave può portare a distress respiratorio. Il trattamento delle forme non complicate è prevalentemente sintomatico, con uso di ossigeno per facilitare la respirazione e somministrazione di liquidi per evitare la disidratazione.

La Società italiana di Pediatria consiglia come gestire questi virus nei più piccoli con l’obiettivo di tutelarli al meglio ed evitare accessi inutili al Pronto Soccorso. “Il primo consiglio è quello di proteggere i più piccoli e i più fragili con le armi che abbiamo a disposizione, i vaccini, laddove esistono, seguendo le indicazioni del Ministero della Salute e della Società Italiana di Pediatria e avendo sempre come riferimento il proprio pediatra”, afferma Annamaria Staiano Presidente della Società Italiana di Pediatria.

 “I dati australiani, cileni, argentini, Paesi dove le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, lasciano ipotizzare che il picco del VRS sarà raggiunto a dicembre -gennaio, tornando così alla situazione pre-Covid e i casi, sebbene sempre numerosi, non dovrebbero essere quelli di un’ondata eccezionale”. Così Fabio Midulla, Presidente della SIMRI (Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili) e Ordinario di pediatria all’Università Roma La Sapienza. Un quadro che fa ben sperare dopo stagioni molto movimentate a causa dell’effetto Covid sugli altri virus respiratori.

È importante, in ogni caso, non abbassare la guardia, ricordando che il VRS è l’agente principale della bronchiolite, prima causa di ospedalizzazione nei bambini sotto l’anno di vita. “La bronchiolite -sottolinea Midulla- all’inizio è come una malattia influenzale; quindi, il bambino può avere il raffreddore, la tosse e un po’ di febbre. La cosa più importante è controllare l’alimentazione, che comincia a ridursi 24 ore prima della comparsa del distress respiratorio. Se il piccolo comincia a non mangiare, bisogna stare attenti, è quello il campanello d’allarme. Normalmente i sintomi più gravi si presentano tra il terzo e il quinto giorno”. In Italia non esiste un vaccino contro il VRS ma è disponibile un anticorpo monoclonale indicato solo per un ristretto gruppo di bambini fragili. Nuove armi però sono in arrivo. È stato recentemente approvato dall’EMA (Agenzia europea dei medicinali) e dalla FDA americana un nuovo anticorpo monoclonale specifico per il VRS che verrà utilizzato in questa stagione in quattro Paesi europei (Francia, Spagna Germania, Lussemburgo) per immunizzare tutti i nati a termine e pretermine, sani e con displasia broncopolmonare. Negli USA, oltre all’anticorpo monoclonale, sono stati approvati e verranno usati in questa stagione tre vaccini contro il VRS, due per gli anziani sopra i 65 anni e uno per le donne in gravidanza durante il terzo trimestre. “In Italia non si è ancora concluso l’iter autorizzativo per il nuovo anticorpo monoclonale e non è ancora iniziato quello per i tre vaccini. Speriamo di averli anche da noi il prossimo anno”, prosegue Midulla.

Nel frattempo, l’arma migliore resta la prevenzione primaria. La SIP e la SIMRI, in occasione del 78° Congresso di Pediatria, hanno realizzato un vademecum, pubblicato sui siti delle due Società Scientifiche (link) per conoscere più da vicino il VRS, con una parte divulgativa rivolta ai genitori e una parte più tecnica rivolta ai pediatri. Ricordando che il contagio passa più spesso dal contatto diretto attraverso le mani, e meno frequentemente attraverso la trasmissione respiratoria, le principali raccomandazioni sono: favorire la corretta igiene delle mani, evitare la condivisione degli utensili, detergere correttamente le superfici contaminate, evitare l’esposizione del bambino al fumo di sigaretta, senza dimenticare che il latte materno ha un effetto protettivo nei confronti dei virus respiratori in generale grazie a proteine antivirali come la lattoferrina e il lisozima.

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