Appuntamento il prossimo 23 febbraio. Promotore dell'evento il ginecologo Alessandro Fasciani, pioniere delle nuove tecniche di miolisi
Trattare i fibromi senza bisturi e con terapie conservative. Il tema sarà al centro dell’incontro in programma il 23 febbraio al Maxxi di Roma dal titolo ‘Fibromi uterini. Donne, radiologi e ginecologi: insieme!‘ Promotore dell’evento il ginecologo Alessandro Fasciani, pioniere delle nuove tecniche di miolisi e responsabile dell’attività day surgery dell’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova.
I fibromi uterini sono masse benigne e non sempre creano problemi di salute, ma in una certa percentuale di donne provocano sanguinamenti anomali intermestruali e dolori pelvici acuti compromettendo la qualità della vita e la possibilità di avere figli.
Fasciani utilizza da anni cure innovative per il trattamento dei fibromi uterini e ha introdotto, tra l’altro, la tecnica dell’ablazione con radiofrequenza con accessi combinati (ecografico transvaginale, laparoscopico e isteroscopico) scelti sulla base della posizione dei miomi nell’utero.
Il ginecologo utilizza la metodologia dal 2017 e ha portato ottimi risultati: “Quasi 9 donne su 10 hanno risolto evitando l’asportazione dell’utero, o dei fibromi per via chirurgica“, spiega Fasciani, contattato da LaPresse, chiarendo che “questa tecnica può evitare il ricovero ospedaliero ordinario soprattutto quando applicata su miomi non superiori ai 5-6 centimetri” . L’ablazione con radiofrequenza (Arf), prevede l’utilizzo di una temperatura elevata per coagulare il tessuto malato dell’utero risparmiandone le aree sane.
“La miolisi è oggi sempre più richiesta dalle donne perché permette un recupero rapido – prosegue – con ritorno al lavoro fin dal giorno successivo e la possibilità di avere una gravidanza poco dopo l’intervento”. “Proprio questi risultati – prosegue – mi hanno messo in contatto con tante donne che, anche attraverso forum creati sul web, si raccontano e cercano, con sempre maggior consapevolezza, approcci non mutilanti. Sono loro per prime a fare tesoro della propria esperienza, condividendola e aiutando in questo modo altre pazienti che si trovano in situazioni simili”. “Queste donne saranno protagoniste dell’incontro del 23 febbraio attraverso gli interventi di tre amministratrici di altrettanti gruppi social, e si confronteranno con radiologi, ginecologi e sociologi – conclude – insieme a queste donne abbiamo creato un questionario sull’impatto della patologia dei fibromi sulla vita delle pazienti e i risultati del sondaggio faranno da guida all’evento”.
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