Un approccio “multifasico, caratterizzato da una modulazione delle misure in risposta ad aumenti ciclici nel numero dei casi, dei ricoveri in ospedale e dei decessi durante la pandemia”: su questo si basa il nuovo ‘piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2024-2028‘ su cui si dovrà siglare l’accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni. Il piano, di cui LaPresse ha visionato una bozza, in considerazione delle nuove evidenze tecnico-scientifiche prende come riferimento principale il documento realizzato dall’Oms “Preparedness and Resilience for Emerging Threats Module 1: Planning for respiratory pathogen pandemics Version 1.0”, ed estende “il perimetro del PanFlu 2021- 2023 a patogeni a trasmissione respiratoria a maggior potenziale pandemico”. Nel contrasto ad una pandemia, “i vaccini – afferma il documento di 226 pagine – rappresentano le misure preventive più efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole”. Pertanto, “è cruciale la sensibilizzazione delle persone attraverso una comunicazione semplice ed efficace dei benefici e dei rischi correlati a tale atto, contrastando la disinformazione e fornendo risposte adeguate alle preoccupazioni e alle incertezze”. Nelle premesse giuridiche si legge inoltre che “in condizioni emergenziali, può diventare necessario imporre limitazioni alle libertà dei singoli individui al fine di tutelare la salute della collettività“. Ad ogni modo “eventuali restrizioni alla libertà individuale devono rimanere in vigore solamente lo stretto necessario ed essere proporzionate sia alla probabilità sia all’entità dell’evento, affinché i rischi e i danni che potrebbero derivare per i singoli individui siano contenuti e inferiori al beneficio collettivo auspicato”.
Il piano mira a rafforzare la preparazione a livello nazionale e locale per affrontare una futura pandemia da agenti patogeni respiratori. Cinque gli obiettivi specifici: ridurre gli effetti di una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria sulla salute della popolazione, riducendone la trasmissione, la morbilità e la mortalità; consentire azioni appropriate e tempestive per il coordinamento a livello nazionale e locale delle emergenze, ovvero negli ambiti della sorveglianza integrata, della protezione della comunità, dei servizi sanitari, dell’accesso alle contromisure e del personale sanitario; ridurre l’impatto della pandemia sui servizi sanitari e sociali e garantire la continuità dei servizi essenziali; tutelare la salute degli operatori sanitari e del personale coinvolto nella gestione dell’emergenza; informare, coinvolgere e responsabilizzare la comunità nella risposta ad una pandemia da agenti patogeni respiratori. Previste inoltre le indicazioni organizzative per le strutture sanitarie per una prima gestione emergenziale di una pandemia da patogeno a trasmissione respiratoria. L’implementazione del piano si articola sulla base di un ciclo quinquennale. Quanto alle risorse, “il Ministero della salute, con la collaborazione delle strutture interessate allo sviluppo delle azioni, procederà alla quantificazione economica relativa ai costi necessari per l’implementazione degli interventi descritti”. La stima dei costi per l’implementazione del piano “sarà descritta in una relazione tecnico-illustrativa” che “è oggetto di valutazione da parte della Ragioneria generale dello Stato”.
Il Ministero della Salute ha predisposto nei tempi previsti una bozza di “piano strategico operativo per la preparazione e risposta a una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico”, il primo piano pandemico allargato a tutti i patogeni respiratori. La bozza è al vaglio della competente Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, e, all’eventuale esito positivo, verrà inviata alla Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione. Preme sottolineare, si legge in una nota del Ministero, che il piano si ispira alle più recenti raccomandazioni dell’OMS e dell’ECDC oltre che all’esperienza pandemica, e che è stato realizzato in collaborazione con gli istituti scientifici che si sono maggiormente distinti nella lotta alla pandemia, con gli enti competenti e i rappresentanti delle Regioni/PPAA.
Il piano contiene ogni misura che potrebbe rendersi necessaria per proteggere i cittadini di fronte ad un’emergenza pandemica e, così come chiaramente descritto, ne prevede una modulazione, anche temporale, in base all’andamento epidemiologico, all’efficacia, e alle effettive necessità.È opportuno anche sottolineare come il piano, che rappresenta un’evoluzione rispetto a quello precedente, indirizzato alla prevenzione di una pandemia influenzale, potrà implementare, tra l’altro, misure concrete come il potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione, l’ampliamento della rete dei laboratori di microbiologia e virologia, il potenziamento della ricerca, soprattutto nei suoi aspetti traslazionali già nella prossima Conferenza Stato Regioni.