L'83% delle strutture ha in cura minori tra i 15 e i 17 anni

Sono 135 in tutta Italia le strutture di cura dei disturbi alimentari, e di queste l’83% dichiara di avere in carico giovani tra i 15 e i 17 anni. Lo comunica l’Istituto Superiore di Sanità in occasione della giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta ai disturbi alimentari, che si celebra il 15 marzo. Dei 135 centri, comunica l’Iss, 120 sono pubblici (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn) e 15 appartengono al settore del privato accreditato. Il lavoro di mappatura delle strutture (disponibili su Disturbi Alimentari (iss.it)) è stato coordinato dal Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità, e realizzato con il supporto tecnico e finanziario del Ministero della Salute-CCM.

L’importanza dell’intervento precoce

Simona Pichini, responsabile facente funzione del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss, per l’occasione, pone l’accento sull’importanza dell’intervento precoce per contrastare i disturbi alimentari. “È di primaria importanza l’intervento precoce nel caso dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in quanto se non trattati adeguatamente aumentano il rischio di danni permanenti fino alla morte, nei casi più severi. L’esperienza maturata e riferita dai professionisti del settore evidenzia l’importanza di prevedere un intervento strutturato e multidisciplinare“, afferma. “La piattaformadisturbialimentari.iss.it, costantemente aggiornata, è un servizio prezioso perché offre, in tempo reale, la panoramica dei centri sul territorio dedicati alla cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, consentendo ai cittadini affetti da tali disturbi, alle loro famiglie e a chi sta loro vicino, la possibilità di usufruire di interventi appropriati” dice invece Luisa Mastrobattista, ricercatrice del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss. 

Nell’83% dei centri anche giovani tra i 15 e i 17 anni

L’Iss ha anche comunicato che nell’83% dei centri per la cura dei disturbi alimentari sono presi in carico giovani tra i 15 e i 17 anni. “Rispetto alla fascia d’età presa in carico dai centri (ciascun centro ha potuto rispondere per ciascuna fascia d’età), l’85% ha dichiarato di prendere in carico persone di età pari o superiore a 18 anni, l’83% la fascia d’età 15-17 anni e il 47% i minori fino a 14 anni. La modalità di accesso è diretta (ossia è il paziente stesso che si reca nella struttura) nel 77% dei casi. I centri prevedono l’accesso mediante pagamento del ticket sanitario (67%), in modalità gratuita (33%), in regime di intramoenia (11%)”, si legge in un comunicato dell’istituto. La distribuzione dei servizi sul territorio, però, non è omogenea e il maggior numero dei centri (20) si trova in Emilia Romagna, seguita da Lombardia (16) e Campania (12). Sono 1652 i professionisti che vi lavorano, nella quasi totalità formati e aggiornati: soprattutto psicologi (23%), specialisti in psichiatria o neuropsichiatria infantile (15,7%),infermieri (13,8%), dietisti (11,6%).

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