La richiesta di aiuto di Walter Samperboni, primo cittadino di Valbondione, terra flagellata dalla prima ondata di Covid nel 2020

“Illustre Signor Presidente, scrivo questa mia perché da anni i miei Concittadini non hanno la possibilità di avere un medico condotto”. Un grido d’allarme, richiesta d’aiuto che dalla Val Seriana, terra flagellata nel 2020 dalla prima ondata di Covid, il sindaco di Valbondione Walter Samperboni, ha rivolto in una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo che anche l’ultimo bando di assegnazione per un medico di base nel comune è andato a vuoto.

Valbondione, gemma delle Alpi Orobie bergamasche, infatti da cinque anni ormai non dispone più di un ambulatorio di medicina territoriale nonostante l’amministrazione comunale garantisca alloggio, studio e segretaria gratuitamente per venire incontro agli aspiranti dottori. Così i 5mila pazienti di Valbondione, Gromo, Valgoglio e Gandellino sono costretti ogni mattina a percorrere 60 chilometri di strada per farsi visitare dal medico di base più vicino: un problema per chi è sprovvisto di macchina o per i più anziani, specie quando d’inverno le strade con neve e ghiaccio diventano più pericolose.

“Sono stanco di vedere gli anziani che vengono da me a piangere perché non riescono a curarsi -spiega a LaPresse il sindaco Samperboni- così stamattina ho preso carta e penna e ho scritto al presidente Mattarella. Qualcuno deve aiutarci a risolvere questo problema, perché come definisce l’articolo 32 della Costituzione la tutela della salute è un fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Le Case di comunità non sono partite, sono scatoloni vuoti, una cosa da non credere nel 2024. Per me è un orgoglio indossare la fascia tricolore, ora sta diventando uno sdegno”. Un problema quello della sanità che rischia di contribuire al lento ma costante spopolamento abitativo dei paesi alpini. “La gente anziana oltre ad una adeguata assistenza sanitaria ha un estremo bisogno di mezzi pubblici proprio perché ha difficoltà nella mobilità, ma anche questi sono ridotti all’osso. Se continueranno a trattarci così nessuno si fermerà più in montagna e i comuni si spopoleranno sempre di più”, spiega Samperboni, determinato ad ottenere quello che dovrebbe essere un diritto: “ora aspetterò, ma se nessuno mi risponderà scenderò a Roma con la fascia da sindaco e un cartello, stazionerò fuori dal Quirinale perché io il dottore per la mia gente lo voglio”.

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