L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia spiega il movimento che avrebbe provocato il violento sisma

Il terremoto che ha devastato il sud est della Turchia e il nord della Siria ha interessato la parte settentrionale della zona tra la Faglia Est Anatolica e la Faglia del Mar Morto.  Lo riporta il sito dell‘Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia spiegando che il sisma è stato “causato dall’attivazione di una faglia trascorrente a bassa profondità”. “L’evento ha rotto una faglia laterale sinistra quasi verticale ad orientamento nordest-sudovest (Faglia Est Anatolica) o una faglia laterale destra ad orientamento sudest-nordovest (Faglia del Mar Morto)”, si legge ancora, e in base alla magnitudo che è stata registrata si stima che “la rottura abbia interessato una porzione della faglia lunga circa 190 km e larga circa 25 km”. L’ipocentro, viene inoltre ricordato, rappresenta il punto, lungo il piano di faglia, da cui parte il processo di rottura e lo spostamento della faglia stessa.

Il terremoto, spiegano ancora gli esperti dell’Ingv, è avvenuto in corrispondenza di una tripla giunzione tra le placche Anatolica, Arabica e Africana. La posizione del terremoto, il meccanismo focale nonché la distribuzione delle repliche sono coerenti con la Faglia Est Anatolica, e “non si può neanche escludere che sia interessata la faglia trasforme del Mar Morto”.

 

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