Diego Angelucci (Università Trento): "Sapevano domare il fuoco per cuocere i cibi e scaldarsi"

Gli uomini di Neanderthal erano intelligenti come gli Homo Sapiens. Lo afferma uno studio internazionale pubblicato sulla rivista scientifica Plos One che mette insieme gli indizi e i ritrovamenti raccolti nell’arco di oltre vent’anni di scavi archeologici condotti in una grotta del Portogallo centrale. “I Neanderthal sapevano domare il fuoco. Erano in grado di accenderlo, alimentarlo e usarlo per cuocere i cibi, scaldarsi, difendersi dagli animali. E avevano riservato al fuoco un posto importante, nel cuore dei luoghi dove abitavano. Insomma erano intelligenti quanto gli Homo sapiens”, ha detto Diego Angelucci, archeologo dell’Università di Trento e uno degli autori dello studio. “È una conferma di quanto abbiamo già osservato e teorizzato in studi precedenti”, ha aggiunto, “Padroneggiavano il pensiero simbolico, producevano oggetti artistici, sapevano prendersi cura del proprio corpo usando ornamenti e avevano una dieta estremamente variata. A queste informazioni si aggiunge ora il fatto che, dall’analisi dei ritrovamenti, riusciamo ad affermare con certezza che consumavano abitualmente cibi cotti. Una abilità che conferma un livello di competenza analogo a quello dei sapiens vissuti millenni più tardi”. Ma come si è scoperto che i Neanderthal sapevano gestire il fuoco? “L’archeologia moderna concorda sul fatto che lo conoscevano”, ha spiegato Angelucci. “Ma un conto è prendere il fuoco dalla natura in seguito a un incendio sviluppato naturalmente, ad esempio da un fulmine, un altro è ricrearlo, alimentarlo con il legname e usarlo per l’alimentazione, il calore o la difesa. In questo studio dimostriamo che senza alcun dubbio lo sapevano fare e che il fuoco era già un elemento centrale nella vita quotidiana”. Gli scavi sono stati eseguiti nella Gruta da Oliveira: gli archeologi ritengono sia stata abitata dai Neanderthal dai 100 ai 70mila anni fa. “Per noi Almonda è una specie di ‘supermercato della preistoria’ per la varietà e ricchezza di manufatti e resti che abbiamo ritrovato negli anni”, ha spiegato lo studioso, “dai resti del Paleolitico Inferiore, passando per le pietre scheggiate della cultura Musteriana, c’è davvero di tutto. Abbiamo trovato ossa bruciate, legname combusto, resti di cenere e di pasto bruciati. E sotto il terreno scottato dal calore. Un particolare importante perché ci dice che la struttura si trova in posizione primaria. Ed è sempre stato lì. Il fuoco è un elemento fondamentale nella loro vita quotidiana. Rende un luogo confortevole, aiuta a socializzare. Restituisce quell’idea rudimentale di ‘casa’ che forse potrebbe valere anche per loro”.

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