la storia moderna della terra ha registrato alcuni eventi tellurici con potere distruttivo maggiore di quello che ha messo in ginocchio il Myanmar
Il terremoto che ha colpito il Sud-Est asiatico, causando danni e almeno 144 vittime in Myanmar ha avuto un’intensità di 7,7 gradi di magnitudo, 300 volte superiore al sisma che il 24 agosto 2016 ha distrutto il Centro Italia, colpendo le città di Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli, e causando la morte di 299 persone. Ma la storia moderna della terra ha registrato alcuni terremoti con un potere distruttivo ancora maggiore
Il terremoto di Valdivia del 1960
Il 22 maggio 1960 un terremoto di magnitudo 9,5 con epicentro nei pressi di Lumaco, colpì il Cile. L’evento, rimasto nella storia come ‘Il grande terremoto cileno’, generò un potente tsunami con onde fina a 25 metri che colpirono la costa cilena. Il maremoto attraversò l’Oceano Pacifico, raggiungendo anche le isole Hawaii, il Giappone, le Filippine, la Nuova Zelanda.
Le vittime stimate furono tra 1000 e 6000 morti, con circa 2 milioni di persone che rimasero senza casa. Due giorni dopo il terremoto, il vulcano Cordon Caulle, riprese l’attività. Le eruzioni si susseguirono per oltre due mesi.
Il terremoto dell’Alaska del 1964
Noto anche come ‘Terremoto del Venerdì Santo‘, quello che colpì l’Alaska alle 17.36 del 27 marzo 1964 è stato uno dei più potenti mai registrati nella storia. La magnitudo registrata fu di 9,2. L’onda d’urto generò un potente tsunami con onde che raggiunsero i 67 metri nella zona di Shoup Bay e che causarono la maggior parte delle 139 vittime. La città di Anchorage subì i danni più gravi con edifici distrutti o gravemente danneggiati.
Il terremoto di Sumatra del 2002
Il 26 dicembre 2002 alle ore 7.58, la terra ha tremato al largo della costa nord occidentale di Sumatra causando un sisma di magnitudo compresa tra 9,1 e 9,3 e causando un impatto catastrofico su numerose nazioni affacciate sull’Oceano Indiano. Anche in questo caso ci fu uno tsunami con onde altre oltre 30 metri che si sono abbattute sulle coste di 14 paesi, tra cui Sri Lanka, India, Thailandia e Somalia. Si stima che il terremoto provocò 230mila vittime rendendolo uno dei disastri naturali più mortali della storia moderna.
Il terremoto del Tohoku e il disastro di Fukushima del 2011
Uno dei terremoti più potenti mai registrati in Giappone, ricordato anche come il terremoto di Fukushima, è quello che alle ore 14.46 dell’11 marzo 2011 colpì con una magnitudo di 9,0 il paese del Sol Levante. Lo tsunami generato provocò onde alte fino a 45 metri che colpirono la città di Miyako nella prefettura di Iwate. Le stime indicano che i morti furono oltre 15000. Il disastro causò inoltre malfunzionamenti dei sistemi di raffreddamento nella centrale nucleare di Fukushima, portando a fusione parziale dei noccioli dei reattori e il rilascio di materiale radioattivo.
Il terremoto della Kamcatka del 1952
Era il 4 novembre del 1952 quando, alle ore 16.58 un sisma di magnitudo 9.0 colpì la penisola della Kamchatka, le isole Curili e l’isola di Sachalin, nell’allora Unione Sovietica. Le stime delle vittime, anche allora provocate per la maggior parte da un potente maremoto generato dal movimento tellurico furono tra 4000 e 10mila. Le onde, attraversarono l’oceano Pacifico, raggiungendo il Giappone, l’Alaska, il Cile, la Nuova Zelanda e causando danni anche nelle isole Hawaii. A causa della segretezza imposta dal regime sovietico, le informazioni furono scarse ma il disastro portò all’istituzione di un servizio di allerta tsunami nell’Urss e la ricostruzione della città di Severo-Kurilsk in una posizione più elevata.
Terremoti in Italia
Il terremoto più devastante che ha colpito l’Italia negli ultimi 100 anni è stato quello che il 28 dicembre 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria. La scossa, di magnitudo 7,2, causò la morte di oltre 82.000 persone e fu seguita da un maremoto che provocò ulteriori vittime.
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