Il ministro dell'Istruzione: "I nostri studenti li useranno solo per fini didattici". L'associazione: "Pronti al ricorso". La senatrice Pd Malpezzi: "Linea non condivisa dai colleghi di governo che hanno pronto un emendamento alla Camera"

Sì all'uso dei cellulari in classe per fini didattici. Il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, apre alla possibilità per i ragazzi di usare lo smartphone a scuola. "È uno strumento fondamentale e sono a favore – ha aggiunto -. Ho fiducia nei nostri studenti, nel loro senso di responsabilità sull'uso consapevole di questi strumenti". Niente da fare, però, se le finalità non sono scolastiche: in quel caso il cellulare va tenuto nello zaino.

La replica del Codacons – Parole che hanno trovato la pronta replica del Codacons che si augura come le dichiarazioni odierne del ministro dell'Istruzione riguardo l'uso dei telefonini in classe "siano uno scherzo di Carnevale anticipato". "Siamo pronti – spiega il presidente Carlo Rienzi – a impugnare nelle sedi opportune qualsiasi provvedimento che autorizzerà l'utilizzo dei telefonini nelle aule scolastiche" . "Al di là dell'aspetto fortemente diseducativo di una simile misura – continua -, una recentissima sentenza del Tar del Lazio impone una campagna informativa sui rischi per la salute derivanti dall'uso dei telefonini. Questo rende di fatto impossibile l'ingresso dei cellulari nelle scuole, considerato che è vietato diffondere tra i minori prodotti potenzialmente pericolosi".

"Si aprirebbe poi – sottolinea – un rilevante fronte sanitario, considerato che sono stati scientificamente certificati i rischi connessi all'uso degli smartphone, dal punto di vista sia mentale che fisico, specie sui più giovani. Già dal 2011 la Iarc, agenzia dell'Oms, ha classificato i telefonini come prodotti a rischio cancerogeno, e numerosi studi internazionali confermano i pericoli per la salute determinati dai telefonini, specie quelli di ultima generazione, che hanno un impatto biologico 4 volte maggiore, perché trasmettono contemporaneamente su più frequenze, per inviare dati, immagini, ecc.".

"Un uso intensivo di apparecchi telefonici in uno spazio ristretto come una aula scolastica incrementerebbe in modo evidente i rischi per la salute degli studenti – conclude Rienzi nel comunicato -, e porterebbe a una valanga di ricorsi da parte dei genitori e a provvedimenti inibitori da parte dei tribunali"

La senatrice Malpezzi contro il ministro – Oltre al Codacons, anche la senatrice Pd Simona Malpezzi è contraria alle dichiarazioni di Bussetti: "Il ministro cambia radicalmente idea e si allinea alla proposta della ex ministra Valeria Fedeli che al governo aveva indicato nello smartphone uno strumento per facilitare l'apprendimento". "Purtroppo – continua -, la linea del ministro non è condivisa dai suoi colleghi di governo che vogliono mettere il divieto senza comprendere la sostanziale differenza tra telefonare in classe e usare la tecnologia in modo consapevole". "Lo stanno facendo proprio in queste ore con un emendamento alla Camera – conclude -. Del resto Lega e M5S sono convinti che il senso civico si apprenda attraverso la repressione e che i divieti valgano più della capacità critica di analizzare la realtà. Qualcuno ha avvisato il povero ministro Bussetti che la sua opinione non conta?".
 

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