Per il presidente dei presidi, Antonello Giannelli, la "chiave di volta della ripresa" è il successo della campagna vaccinale

I più piccoli torneranno tra i banchi già dopo Pasqua. Più che una promessa, è un impegno del governo. “Mentre prosegue la campagna vaccinale, è bene cominciare a pensare e pianificare le riaperture. Se la situazione epidemiologica lo permetterà, cominceremo dalla scuola. Almeno primaria e infanzia, anche in zona rossa, già dopo Pasqua, speriamo”, assicura Mario Draghi in Parlamento, alla vigilia del suo primo consiglio europeo da premier.

Secondo la ricostruzione di LaPresse, sono quasi 800mila, 789.251 per la precisione, gli operatori scolastici (presidi, insegnanti e Ata), ad aver ricevuto almeno una dose di vaccino, su circa un milione di persone. I docenti in servizio sono circa 685mila e quasi 200mila gli insegnanti di sostegno. A questi, si aggiungono i lavoratori Ata (poco oltre i 200mila) e i dirigenti scolastici (circa 8mila).

Anche per il presidente dei presidi, Antonello Giannelli, la “chiave di volta della ripresa” è il successo della campagna vaccinale. E pensa a una copertura “anche per la popolazione studentesca”: “La normalità si avrà quando avrà raggiunto l’obiettivo, mi aspetto molto dall’accelerazione promessa”, spiega a LaPresse. “La scuola primaria è stata aperta fino a qualche settimana fa ed è sempre pronta a riaprire, è un’esigenza molto sentita da famiglie e bambini – osserva -. Si tratta di riprendere un cammino di sviluppo di competenze relazionali fondamentali”.

Di certo, per settembre sarà difficile eliminare le classi pollaio. A regime, restano scoperte oltre 200mila cattedre. Il nodo, afferma Giannelli, è sempre quello: “E’ inutile nascondersi. Finora nessun governo è mai riuscito a far sì che tutti i docenti fossero a scuola a settembre, speriamo che ci riesca il governo Draghi. Aspettiamo di capire quale sarà la procedura”.

Il ministro Patrizio Bianchi intanto conferma l’impegno per riaprire i cancelli per infanzia e primarie, anche in zona rossa. Tanto più, conferma, che “oltre la metà del personale scolastico è stato vaccinato, con differenze tra Regione e Regione”. La decisione di chiudere, imposta dalla diffusione della variante inglese, molto più contagiosa, è stata “difficile ma responsabile”, confessa, e comunque mai arbitraria: “E’ stata sempre fondata sulle analisi che ci sono state prodotte dal Comitato tecnico scientifico e dall’Istituto Superiore della Sanità”. Sospendere le attività in presenza ha portato problemi forse anche duraturi, ma la volontà di tornare tra i banchi al più presto è “decisa, decisissima”. Lo stesso Bianchi ha già incontrato il generale Figliuolo, il coordinatore del Cts Franco Locatelli e tutti i ministri interessati. Nel dl Sostegni sono stanziati trecento milioni, 335 per l’esattezza: 150 per i presìdi sanitari, 150 per il sostegno dell’attività formativa e 35 per gli strumenti di connessione.

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