"Chi è saggio non segue il volgo" il brano proposto ai maturandi dei licei classici

Le Epistulae morales ad Lucilium‘ sono una raccolta di 124 lettere suddivise in 20 libri, scritte da Lucio Anneo Seneca negli ultimi mesi di vita, negli anni del disimpegno politico tra il 62 e il 65 d.C., ed è giunta ai posteri parzialmente incompleta.

Il destinatario è Lucilio Iuniore, governatore della Sicilia, poeta e scrittore. Le lettere iniziano quasi sempre con un’osservazione relativa a un argomento di vita quotidiana, procedendo verso un principio filosofico estratto dalla stessa. Molti dei temi trattati nell’opera costituiscono cardini della filosofia stoica, tra cui il disprezzo della morte, l’imperturbabilità d’animo del saggio e la virtù come bene supremo.

L’epistolario costituisce un caso unico nel panorama letterario latino, sebbene Seneca abbia quasi certamente tratto l’idea di comporre lettere filosofiche da Platone e da Epicuro. Rispetto alla tradizione epistolare, rappresentata in particolare da Cicerone, il filosofo distingue le lettere filosofiche dalla comune pratica epistolare.

Le epistole furono probabilmente scritte negli ultimi tre anni di vita di Seneca. Gli studiosi sono generalmente concordi nel ritenere che esse siano disposte nel medesimo ordine in cui vennero composte: nell’Ittava lettera, Seneca allude ad esempio al suo ritiro dalla vita pubblica, databile intorno alla primavera dell’anno 62; la 18esima fu invece scritta a dicembre dello stesso anno, nel periodo precedente i Saturnali; la 23esima fa riferimento a una primavera fredda, presumibilmente quella del 63; nella 67esima si allude alla fine di una primavera fredda e perciò si ritiene sia stata scritta nel 64; la 91ª si riferisce al grande incendio di Lugdunum (l’odierna Lione), che ebbe luogo nella tarda estate del 64; la 122esima fa riferimento al ridursi delle ore di luce dell’autunno, e così via.

Le 124 lettere sono disposte in venti manoscritti, ma la raccolta non è completa. Aulo Gellio (metà del II secolo) cita un estratto del “ventiduesimo libro” attualmente mancante. Tuttavia, poiché l’incendio di Lione menzionato nella lettera 91 ebbe luogo meno di un anno prima della morte di Seneca (nella primavera del 65), si pensa che il numero di lettere mancanti non sia assai elevato.

Il brano proposto ai maturandi dei licei classici è “Chi è saggio non segue il volgo“.

“Cercare il favore della folla non porta felicità, ma rovina: Seneca mostra all’amico Lucio come precetti della filosofia possano guidare alla viro in mezzo a facili allettamenti e falsi valori”, è l’indicazione data agli studenti nel testo della traccia prima di introdurre il ‘pre-testo’.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata