I ragazzi: "No al concetto di merito come brutale selezione"

Il liceo Ennio Quirino Visconti di Roma è stato occupato nella notte tra domenica e lunedì dagli studenti. “Il nostro gesto non va inteso come una rottura totale, ma piuttosto come una dimostrazione della necessità degli studenti di far sentire la propria voce”, scrivono gli studenti in un comunicato. “Sotto la guida del ministro Giuseppe Valditara – scrivono -, il ministero si sta prodigando in riforme e modifiche per porre l’accento sul fallace concetto di “merito”: gli studenti vengono incoraggiati a competere sfrenatamente con i loro compagni, in una brutale selezione darwiniana che premia chi eccelle e lascia indietro chi ha difficoltà. Una di queste riforme, espressa in una circolare ai dirigenti scolastici, è la famigerata “media pesata”, un sistema di valutazioni con peso ridotto sul giudizio finale che incoraggiano i docenti a sottoporre gli alunni a continue prove con voto. Questa necessità continua a fornire prestazioni che vengono valutate numericamente, oltre a caricare gli studenti di ansia e incertezza, promuove l’idea che l’unico scopo dell’allievo debba essere quello di ottenere valutazioni più alte possibili, anziché interessarsi agli argomenti studiati e approfondirli in modo personale. Chiediamo dunque al collegio docenti e alla dirigente di eliminare questa modalità di valutazione che gli studenti rifiutano fermamente“. “Pretendiamo inoltre che alla scuola pubblica vengano forniti i fondi necessari, che vengono invece utilizzati per finanziare armamenti e personale militare per alimentare i conflitti che infuriano nel mondo – proseguono -. Particolarmente scioccante è stato il recente aumento delle spese militari al 2% del PIL, richiesto dalla NATO, il quale ha comportato una spesa di miliardi di euro che sono stati direttamente sottratti alla sanità e all’istruzione pubblica. Insensata è stata poi la modalità con cui sono stati gestiti i fondi del PNRR, forniti dall’Unione Europea, che sono stati allocati a progetti di “digitalizzazione” per tenere al passo la scuola pubblica con i progressi del mondo del lavoro, anziché assumere nuovi professori e migliorare gli edifici fatiscenti degli istituti”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata