Il tempo corre e all’alba del 19 giugno, prima prova dell’esame di Maturità 2024, manca davvero poco. I circa 500mila maturandi, accanto a uno studio che – si spera – sia stato ‘matto e disperatissimo’, ma non troppo, si affidano a riti scaramantici perché “non è vero, ma ci credo” e poi “porterebbe sfiga” non farlo.
Accessori e magliette ‘fortunati’ “sono alla base della scaramanzia”: scorrendo pagine, link e forum degli studenti, in tanti hanno già scelto cosa indossare, non per questioni di moda ma di fortuna. Molto gettonata anche la possibilità di avere accanto un compagno di banco ritenuto ‘fortunato’ e non è detto che sia il migliore amico degli anni delle superiori. Ciò che conta è che porti fortuna.
C’è anche chi avrà con sé un santino nel portapenne e chi sta già pregando, chiedendo un aiuto ‘divino’ affinché le tracce del tema siano alla portata di tutti, che la seconda prova (quella che caratterizza l’indirizzo di scuola) sia semplice, che all’orale non vi siano domande ‘trabocchetto’. A chi si rivolgono i ragazzi? A San Giuseppe da Copertino, “amico degli studenti e protettore degli esaminandi” al quale i maturandi chiedono l’intercessione nei confronti di Dio e della Madonna per essere assistiti. E restando in tema di ‘aiuti dall’alto’, in Umbria è diffusa un’altra abitudine: recarsi al Santuario di Santa Rita da Cascia facendo benedire la penna che si userà per sostenere le prove scritte. Prima dei riti dell’ultimo minuto, da Nord a Sud, gli studenti hanno celebrato quelli dei 100 giorni.
A Pisa, per esempio, l’intramontabile rituale dei 100 giri attorno al battistero in piazza dei Mirazoli, accanto a una carezza da fare alla coda della lucertola nella cattedrale della città. Sempre in Toscana, a Pisa risponde Livorno: gli studenti devono recarsi al Santuario della Madonna di Montenero. In Abruzzo, invece, i maturandi si recano, sempre per ritirarsi in preghiera, al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, nel Teramano. In Sardegna, i maturandi danzano: è il ‘ballu tondu‘, tenendosi per mano, gli studenti ruotano in senso orario a ritmo di musica, sperando in un esito positivo all’esame di Stato. A Palermo, tra gli studenti è usanza salire i gradini dei santuari della città per poi scendere in piazza e saltellare tante volte quante il voto desiderato.