Cristina Trombetti dell'Università Federico II di Napoli: "E' in linea con quanto gli studenti hanno appreso durante il liceo"
I problemi e i quesiti proposti ai ragazzi dei Liceo Scientifico per la seconda prova della maturità “sono di difficoltà crescente ma ragionevoli”. A parlare con LaPresse della prova di matematica, quella di indirizzo, per i maturandi dello Scientifico è Cristina Trombetti, docente di Analisi matematica del Dipartimento di Matematica e applicazioni ‘Renato Caccioppoli’ dell’Università Federico II di Napoli. “La matematica non è mai prova di difficoltà, l’intoppo computazionale è sempre dietro l’angolo – afferma – ma concettualmente non erano impossibili“. Tra il primo e il secondo problema, la professoressa Trombetti ha riscontrato un diverso grado di difficoltà nello svolgimento: “I ragazzi dovevano scegliere tra uno dei due e se hanno preferito quello più ‘semplice’ hanno già dato prova di maturità”. Gli otto quesiti che compongono la prova sono “ben calibrati”. “Anche in questo caso vi sono piccole differenze nella difficoltà di svolgimento – spiega – E molto dipende dalla riposta che va data che può essere più sintetica o meno sintetica. Per esempio se occorre fare una dimostrazione, queste sono suscettibili di cambiamento”. La prova “è assolutamente in linea” con quanto gli studenti hanno appreso durante gli anni del liceo “dal ragazzo mediamente appassionato a quello super appassionato”. “Svolgere la seconda prova – conclude – richiedeva, in ogni caso, un buon grado di preparazione”.
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