Il presidente del Consiglio regionale, Aurigemma: "Per contrastare il fenomeno bisogna scendere sul campo di battaglia"
Presentato presso la sede del Consiglio regionale del Lazio il progetto “Educazione, rispetto, legalità: fuori il bullismo dalla scuola”, che la Garante dell’infanzia e adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni, ha realizzato con la collaborazione, in virtù di appositi protocolli siglati con questi enti, della Camera dei Minori e della Famiglia di Roma e dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, con il patrocinio dello stesso Consiglio regionale. “Quello del bullismo è un argomento a cui il Consiglio regionale tiene molto, e questa presidenza ha supportato questo progetto pilota insieme al Garante dell’infanzia e dell’adolescenza – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Antonello Aurigemma – partire da subito su quattro scuole pilota, il ‘Gioberti’, il ‘Matteucci’ L’Istituto agrario ‘Garibaldi’ e il ‘Seraphicum’, proprio per cercare di entrare direttamente a contatto con gli adolescenti, con coloro che vengono coinvolti in prima persona e per dare quel giusto supporto”. Aurigemma ha rimarcato la necessità di contrastare atteggiamenti che “possono portare ad atti inconsueti come quello di alcuni giorni fa, dove abbiamo visto un ragazzo del nord Italia che si è suicidato proprio perché era vittima di bullismo. Noi vogliamo contrastare questo fenomeno – ha detto Aurigemma – però per farlo non sono sufficienti i soliti programmi ma bisogna scendere sul campo di battaglia. Bisogna scendere nelle scuole – ha concluso – bisogna andare nei punti di ritrovo dove i ragazzi possono avere delle difficoltà”. ” Siamo già pronti con i tre moduli per iniziare con i ragazzi nelle scuole, e terminerà a gennaio in occasione della ‘Giornata del rispetto’ che vedrà proprio il Consiglio regionale chiudere il percorso formativo e di sensibilizzazione ai nostri giovani con una giornata dedicata, qui alla Pisana- ha aggiunto Monica Sansoni, Garante per l’infanzia e l’adolescenza- “Questo progetto per me è fondamentale – ha proseguito Sansoni -. Per me come per tutto il Consiglio regionale che quotidianamente lavora sui fronti dei casi di bullismo e cyberbullismo segnalati quotidianamente al Garante. Il progetto deve mirare a far acquisire ai ragazzi le metodologie e gli strumenti di difesa in primis. L’arma più potente che avete, lo dico proprio direttamente ai giovani, è il sapere. È la conoscenza. Se si diffonderà questa buona prassi di conoscenza del fenomeno del bullismo in sé, secondo me abbiamo fatto già una buonissima parte del lavoro, e i ragazzi – ha concluso la garante per l’Infanzia e l’adolescenza laziale – potranno capire quali sono i campanelli d’allarme che denotano già che c’è in atto un fenomeno di bullismo”.
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