La protesta è andata avanti tutta la notte dopo il mancato incontro con il rettore

Piumino allacciato, coperta sulle gambe, zaini raccolti al lato dello scalone interno di via Balbi 5 a Genova, sede dell’Università e del Rettorato: è andata avanti ad oltranza tutta la notte la protesta – contro i casi di molestie – degli studenti del collettivo nazionale ‘Cambiare rotta’, che ieri hanno occupato la sede dell’Ateneo per chiedere la costituzione di un centro antiviolenza interno ad Unige. “Rimarremo qui finché non avremo certezze e un impegno preciso sulla creazione del centro”, racconta il gruppo di studentesse (in maggioranza) e studenti che hanno passato la notte dentro l’Università.

I casi di molestie

Ieri avevano chiesto di essere ricevute dal Rettore, convocazione non arrivata e allora è rimasta in piedi la protesta permanente, nonostante le rassicurazioni circa l’avvio alla conclusione dell’iter attivato dall’Ateneo per aprire nei prossimi mesi un ‘punto di ascolto‘ dedicato agli studenti.”Vogliamo un centro antiviolenza, gestito da personale esperto, aperto gratuitamente e tutto l’anno, Genova è l’unico ateneo sprovvisto”, spiega a La Presse Alice Natale, 19 anni, che ieri è rimasta per una giornata incatenata al colonnato del porticato al pian terreno dell’Università. Che su molestie e segnalazioni da parte degli studenti, dopo l’indagine che ha riguardato un docente della facoltà di Architettura – sospeso – accusato di aver modificato e denudato con l’AI foto di sue corsiste, poi diffuse su telegram, aggiunge: “I casi non sono pochi, abbiamo creato e diffuso un form anonimo da dove vengono fuori segnalazioni di problematiche rimaste sottotraccia”.

Per questo la rete di ‘Cambiare rotta’ chiede con forza l’arrivo di un centro antiviolenza di Ateneo. La protesta potrebbe proseguire salvo non arrivi un impegno scritto. Nonostante l’occupazione oggi verranno garantite le lezioni a tutti gli studenti. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata