I rettori dopo l'annuncio: "Contratto di ricerca non può essere l’unica risposta alle esigenze delle Università
La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha partecipato questa mattina all’assemblea della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane). Durante l’incontro, ha annunciato la firma di un decreto ministeriale che destina 37,5 milioni di euro al nuovo contratto di ricerca. La sequenza contrattuale è stata già approvata e ora disponibile per gli Atenei, costituendo un “potente” incentivo per favorire l’ingresso di giovani ricercatori nelle Università, dopo gli stimoli forniti dal PNRR.
Il post di Bernini su X
“La nostra priorità per il 2025 è investire nelle Università come mai prima d’ora. Il Fondo di Finanziamento Ordinario cresce fino a 9,4 miliardi di euro, con un incremento di 336 milioni rispetto all’anno precedente. È una cifra record”, ha scritto la ministra sul suo profilo X. “Non si tratta solo di numeri, ma di un impegno concreto per offrire a studenti, docenti e ricercatori più opportunità, più risorse e più possibilità di crescita. Crediamo che investire nell’Università significhi investire nel talento, nell’innovazione e nel futuro di tutti. Abbiamo mantenuto la promessa fatta, perché il diritto allo studio non è solo un principio, ma un impegno reale verso ogni studente e ogni studentessa”, ha sottolineato Bernini.
Le reazioni
La Conferenza dei rettori delle università italiane, a conclusione della riunione di oggi, ha ribadito che il contratto di ricerca “non può essere l’unico strumento idoneo a rispondere alle esigenze delle università, rispetto alle sue missioni: l’alta formazione, la ricerca e il trasferimento delle conoscenze”. La Crui ritiene che il Ddl n.1240/24, proposto dal Ministero dell’università (MUR) individui le figure di pre-ruolo utili e necessarie al reclutamento di giovani studiose e studiosi nazionali e internazionali. Auspica pertanto che l’iter parlamentare di approvazione del disegno di legge prosegua e si perfezioni nel breve.
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