Roma, 3 nov. (LaPresse) – “Amo Roma e l’Italia, è stata la prima a riconoscere il mio talento. Il primo premio che ho ricevuto è stato il David di Donatello per ‘Days of heaven’ (‘I giorni del cielo’, ndr) di Terrence Malick, 33 anni fa”. Lo ha detto Richard Gere alla sua terza apparizione al festival del Film di Roma, che domani gli assegnerà il Marc’Aurelio d’oro, in occasione dell’incontro stampa di questa mattina. L’attore sarà ricevuto in Campidoglio dove il sindaco Gianni Alemanno gli assegnerà la Lupa: “Un gesto straordinario del sindaco – ha detto Gere – con lui ho parlato molto del Tibet, era ben informato e mi ha promesso sostegno”.
“Le cose sono cambiate rispetto a quando ho iniziato io, quella è stata l’età d’oro del cinema, gli studios erano pronti a correre dei rischi, ora fanno solo blockbuster: mi dispiace per chi, registi e attori, parte oggi e deve sottostare a regole che non incoraggiano la creatività”. Richard Gere, al festival, spiega le difficoltà, derivanti dalla crisi finanziaria, che stanno investendo anche l’industria cinematografica degli States. “Noi eravamo pionieri – ha spiegato – ci facevamo strada da soli perché la situazione ci era favorevole”.
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