Roma, 26 dic. (LaPresse) – Il Colosseo cade a pezzi. Dopo l’ultimo allarme di Natale, si fa sempre più concreto il restauro che partirà a marzo. L’ultimo parziale restauro risale agli anni ’90. Per completare l’opera, visitata ogni anno da sei milioni di persone, servono 25 milioni di euro, illuminazione esclusa. Lo scorso 9 maggio 2010, caddero tre frammenti di malta dalla galleria dell’ambulacro centrale, in prossimità della statua equestre, lato Colle Oppio. Le reti di protezione hanno ammortizzato gli effetti della caduta.

All’epoca la soprintendenza archeologica di Roma precisò che si trattava “di superfici per le quali in diverse parti della fabbrica sono in corso interventi di restauro e per altre, come quelle in questione, gli interventi sono già progettati e si è in attesa di poterli appaltare”.

La cause del cedimento, un’area inferiore ad un metro quadrato, erano riconducibili a variazioni termoigrometriche. Ma, al di là del crollo di quei frammenti, sono anni che le Legambiente rinnova “l’allarme smog” per il Colosseo: secondo gli ambientalisti i gas di scarico delle automobili “lo stanno sbriciolando” a livello chimico, visto che alcune componenti dell`antico monumento mutano da carbonato di calcio in solfato di calcio, sotto l’effetto dell’inquinamento.

Di fatto, da trent’anni si discute della pedonalizzazione della zona intorno all’Anfiteatro Flavio, dal progetto di parco archeologico di Benevolo del 1988 al progetto Fori di Cederna. L’impegno di Argan prima e Petroselli poi portò all’eliminazione della via del Foro Romano, che divideva il Campidoglio dal Foro Repubblicano e l’unione del Colosseo all’Arco di Costantino, realizzando la continuità dell’area archeologica, ma a Roma transitare in auto di fronte al Colosseo è come passare su una superstrada.

Intorno al monumento viaggiano duemila veicoli l’ora, un traffico che produce anche un “rumore assordante” di 95,2 decibel di picco, causa di notevoli vibrazioni. Alle preoccupazioni degli ambientalisti il sindaco di Roma Alemanno ha risposto annunciando l’intenzione di “rivedere la mobilità nel suo complesso attorno al Colosseo, per garantire un migliore inserimento del monumento nel contesto archeologico centrale di Roma”.

Risolto, invece, il nodo dei concerti di Capodanno al Colosseo: proprio dopo il crollo dei frammenti di malta il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro decretò la fine dei tradizionali eventi musicali di fine anno all’ombra dell’Anfiteatro Flavio, che potrebbe essere danneggiato dalle vibrazioni, precisando che nella zona è necessario ripensare la viabilità dell’area “in modo meno impattante, con meno pullman e magari trasporti elettrici”.

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