Los Angeles (California, Usa), 12 feb. (LaPresse/AP) – Il mondo dice addio a Whitney Houston alla vigilia dei Grammy Awards. La cantante e attrice americana è stata trovata morta in una camera di hotel a Beverly Hills, a soli 48 anni. Tossicodipendente da anni, si trovava al Beverly Hilton perché avrebbe dovuto partecipare a un evento pre-Gremmy organizzato dal produttore Clive Davis. Cordoglio da parte di molte celebrità, da Aretha Franklin a Elton John a Barbra Streisand a Mariah Carey. Il corpo della cantante, tenuto per diverse ore in albergo, è stato trasportato da poco in obitorio ed è in attesa dell’autopsia.
IL RITROVAMENTO. A dare l’allarme con una chiamata alla polizia è stato lo staff di sicurezza del Beverly Hilton alle 15.43 ora locale, ma non è chiaro chi abbia trovato il corpo. I paramedici che si trovavano in hotel in vista della notte dei Grammy sono subito intervenuti, ma senza successo, e Whitney Houston è stata dichiarata morta alle 15.55. Le cause della morte non sono note.
LA DROGA E IL MATRIMONIO CON BROWN. Regina della musica pop, ha avuto il suo picco fra gli anni ’80 e ’90, ma da tempo faceva uso di droghe. In un’intervista con Oprah Winfrey nel 2009, riferendosi agli anni del film ‘Uno sguardo dal cielo’ da lei interpretato, disse che “usare droghe era una cosa di ogni giorno”. Poi aggiunse: “Non ne ero contenta, stavo perdendo me stessa”. In quella intervista la Houston attribuì la responsabilità dei suoi problemi al difficile matrimonio con il cantante Bobby Brown, durato dal 1992 al 2007. Nel 1993 i due ebbero una figlia, Bobbi Kristina, e nel 2003 Brown fu accusato di maltrattamenti ai danni della moglie. La polizia, arrivata in casa dopo la telefonata di Whitney, la trovò con un labbro tagliato e una guancia ferita. Poche ore dopo l’annuncio della morte della Houston, Brown è si è esibito ugualmente nel concerto previsto in Mississippi. “Prima di tutto voglio dirvi che vi adoro tutti. In secondo luogo voglio anche dire: I love you, Whitney”, ha detto salendo sul palco.
L’INIZIO DELLA CARRIERA. Whitney Houston sembrava essere nata nel segno del canto. Figlia della cantante gospel Cissy Houston e cugina della diva pop degli anni ’60 Dionne Warwick, aveva come madrina Aretha Franklin. Cominciò a cantare da bambina in chiesa. Da adolescente fece da supporto a Chaka Khan e Jermaine Jackson e fu allora che il produttore discografico Clive Davis ascoltò la sua prima performance. “La prima volta che la sentii cantare in un club l’impatto fu sbalorditivo”, raccontò Davis a ‘Good morning America’, ricordando che la sua decisione di non seguire inflessioni prevalentemente soul suscitò non poche critiche.
I SUCCESSI. Tra i successi della cosiddetta ragazza d’oro dell’industria discografica ci sono ‘I will always love you’, ‘How will I know’ e ‘Saving all my love for you’. Suoi gran parte dei brani della colonna sonora del film ‘La guardia del corpo’ del 1992, in cui affiancò Kevin Costner. Negli ultimi anni della carriera la tossicodipendenza aveva portato la sua voce meravigliosa a diventare rauca e fioca, con un conseguente calo delle vendite.
L’ULTIMO CANTO. L’ultima performance di Whitney è stata due giorni fa a una festa pre-Grammy con la cantante Kelly Price e si era esibita con un classico gospel: ‘Jesus loves me’. “Whitney era affabile e di buon umore”, ha raccontato Kenny Lattimore che presentava l’evento. Sembrava che avesse avuto una gran serata.