Londra (Regno Unito), 16 lug. (LaPresse) – Elton John crede che se non fosse stato per il suo amico Ryan White, morto nel 1990 per Aids a soli 18 anni, anche lui avrebbe avuto vita breve. Oggi il rocketman ha 65 anni e ammette di aver combattuto contro alcol e droghe dopo la morte del suo amico anche se quando Ryan è morto, era un vero cocainomane. Una morte che ha avuto un ruolo importante nella vita di Elton. Gli ha permesso di fare un bilancio della sua esistenza e di vincere le sue dipendenze. Nel prossimo libro di Elton John ‘Love is the cure: On life, loss and the end of Aids’, pubblicato in sezioni sul ‘Mail on sunday’, l’edizione domenicale del ‘Daily mail’, si legge: “Ryan era un vero eroe, un vero cristiano, perché ha perdonato le persone che l’hanno fatto soffrire. Ryan ha cambiato il corso di un’epidemia mortale contribuendo a salvare milioni di vite”.
E ancora: “Ma quando Ryan è morto nell’aprile del Novanta all’età di 18 anni, io non parlavo con nessuno che non fosse con il naso pieno di cocaina e con lo stomaco colmo di alcol. Dopo il suo funerale – prosegue nel Elton John nel racconto dei suoi ricordi – sono tornato a Londra e mi sono chiuso in casa. Il mio senso dei valori era sepolto sotto la mia auto-distruzione. Ma se oggi sono qui è per Ryan”. Il rocketman ha raccolto nel tempo più di 175 milioni di sterline per la sua fondazione contro l’Aids, la Elton John Aids foundation, ma sente ancora di non aver fatto abbastanza per fermare questa epidemia e crede che per lui sia stato “un piccolo miracolo” non aver contratto l’Hiv.
“Ho vergogna di non aver fatto di più allora contro l’Aids quando i miei amici, tra cui Ryan, morivano intorno a me. Non ho avuto la forza o la sobrietà di fare nulla”. Ricorda un passato che l’ha profondamente segnato di quando ai funerali delle persone amiche “piangevo, ero in lutto a volte per settimane. Il mio comportamento peggiorava. Avevo rapporti senza protezione ed è un piccolo miracolo che non mi sia preso l’Hiv. Mi ricordo che guardavo in televisione il funerale di Ryan, è stato uno dei punti più bassi della mia vita. I miei capelli erano bianchi, la pelle pallida, ero gonfio, stanco e sembravo malato. Ero orribile. Sopraffatto dalla dipendenza, completamente fuori controllo. Non c’era alcun dubbio: o cambiavo o morivo”.
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