Santiago (Cile), 31 lug. (LaPresse/AP) – Gael Garcia Bernal, meglio conosciuto come il giovane Ernesto ‘Che’ Guervara ne ‘I diari della motocicletta’, ha detto che il suo ultimo film ‘No!’ di Pablo Larrain gli ha insegnato i dolori che il popolo cileno ha subito nel corso di una lunga dittatura. Il film racconta degli anni della dittatura del generale Augusto Pinochet e della campagna pubblicitaria che ha contribuito alla sua caduta dopo 16 anni di brutale regime. L’attore messicano interpreta Rene Saavedra, un arrogante pubblicitario coinvolto nella campagna televisiva del 1988 per il referendum volto a convincere le persone a votare ‘no’ ad altri 8 anni di potere di Pinochet.

Il suo personaggio usava annunci pubblicitari con jingles orecchiabili, grafiche multicolore e cileni che ballano, dai cawboy ai cameriere, dai cuochi ai minatori, un modo per vendere alla gente l’idea di un cambiamento positivo con la fine del regime. La trovata pubblicitaria ha funzionato e il referendum raccolse il 55% di ‘no’. La caduta di Pinochet ha aperto nel Paese la strada della democrazia e a più di due decenni di sviluppo economico e prosperità.

Garcia Bernal ha detto che è cresciuto tra un gruppo di esuli latino americani ma non ha mai compreso fino in fondo le loro sofferenze se no quando ha iniziato a girare il film sul referendum in Cile. “Mi ha fatto capire il profondo dolore causato dalla dittatura e mi ha colpito duramente”, ha detto l’attore all’Associated Press prima della premiere di ieri a Santiago. “Il regista – ha aggiunto – voleva fare un film sulla storia di quello che succedeva nel 1988, così come un’introspezione e riflessione sulla democrazia”. Il governo cileno stima che oltre 3mila persone siano state uccise durante il regime di Pinochet.

“Prima di questa campagna nessuno osava parlare fino a quando è stata data la possibilità. Cerchiamo di raccontare al mondo tutto ciò che c’è stato con Pinochet, le sue innumerevoli atrocità e coloro che sono morti”, ha raccontato ad Ap il regista Pablo Larrain che spiega che la campagna pubblicitaria adottata “mostrava qualcosa di positivo su come sarebbe potuto essere dopo, diceva alle persone: la felicità sta arrivando. E’ questo il punto di svolta. La dittatura era sorpresa non sapeva come reagire a una campagna molto originale che ha sconfitto finalmente Pinochet”.

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