Milano, 12 giu. (LaPresse) – Il panino con la milza, le rane in umido, le alici imbottite, i carciofi alla giudia, il panino con il lampredotto o la pecora alla cottora. Queste sono solo alcune delle ricette della tradizione e dei cibi da strada che chef Rubio preparerà nelle 12 puntate di ‘Unti e Bisunti’, nuovo programma dedicato alla street food italiano che andrà in onda dal 23 giugno ogni domenica alle 22 su Dmax, al canale 52 del digitale terrestre. Chef Rubio, Gabriele Rubini, ha solo 30 anni ma ha già alle spalle una carriera da rugbista professionista tra Italia e Nuova Zelanda.

Alto, muscoloso, coperto di tatuaggi e con un paio di baffi in stile ‘hipster’, Rubio è alla sua prima esperienza televisiva ed è molto lontano da figure come i tre giurati di ‘MasterChef’ Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Joe Bastianich. Si è avvicinato al mondo della cucina a Wellinghton, in Nuova Zelanda, dove si è fatto assumere in due diversi ristoranti mentendo sulle sue precedenti esperienze dietro i fornelli, per poi diplomarsi nel 2010 all’Alma, la Scuola di Cucina Italiana di Parma di Gualtiero Marchesi. Da li è stato tutto un crescendo: ha lavorato a Seul a Toronto, a Roma al ‘Chiostro del Bramante’ e al fianco dello chef stellato Alessandro Breda al ‘Gellius’ di Oderzo. Nella sua cucina, pero, mescola i sapori e le suggestioni raccolte nei suoi viaggi attorno al mondo e la tradizione italiana. Nel suo viaggio toccherà quasi tutte le regioni italiana, da nord a sud e assaggerà ogni sorta di cibo, cucinato spesso all’aperto in chioschi o cucine improvvisate.

Viaggiando con la sua auto e un rimorchio che custodisce tutta l’attrezzatura da cucina, esplorerà vicoli e mercati più colorati e popolari, dove incontrerà cuochi considerati i ‘re’ del cibo da strada, ai quali lanciare la sua sfida. Trovato il contendente, Rubio arruolerà chiunque possa aiutarlo nella ricerca degli ingredienti necessari, prima di tornare al chiosco del suo avversario e dare inizio al match. Solo alla fine una giuria popolare, formata da ‘stomaci forti’, come i rugbisti romani, i camionisti bolognesi o i pallanuotisti catanesi, dopo aver saziato l’appetito, apparentemente senza fine, decreterà il vincitore.

“La Sicilia – ha raccontato chef Rubio – è stata molto impegnativa dal punto di vista culinario, a Napoli, invece, sfottò e prese in giro erano di casa, ma ogni sfida è stata diversa dall’altra. Tra i piatti più buoni che ho preparato ci sono le alici imbottite e il panino con la milza di cui avevo sempre sentito parlare, ma non l’avevo mai assaggiato. E’ formidabile”.

Il programma di Chef Rubio, romano di nascita, ma con il viaggio nel sangue, non dà ricette o ingredienti, ma racconta il viaggio, i luoghi, il carattere dei ‘re’ del cibo di strada che lo sfidano in giro per l’Italia, invitando gli spettatori ad andare ad assaggiare di persona le pietanze preparate.

“Volevo dimostrare che possiamo fare dell’alta cucina senza i tacchi a spillo e le meches”, spiega Rubio che ha all’attivo alcuni video su YouTube e il blog ‘Fish and Chisp’ in cui ironizza anche sui cuochi della tv. “Il mio programma è molto dinamico, ci spostiamo sempre, e ha anche un valore documentaristico” perché permette di riscoprire anche sapori del passato. “Masterchef – ha concluso – è un programma distruttivo e non costruttivo, i nostri sono omaggi alla tradizione”.

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