Torino, 11 dic. (LaPresse) – Si è spento questa mattina a 79 anni Giuseppe ‘Gipo’ Farassino. Malato da circa un anno, il cantautore, attore e politico piemontese è mancato nella sua casa di Torino. Al suo fianco la figlia Valentina. Ne dà conferma la Fondazione Caterina Farassino, ente nato in memoria dell’altra figlia dell’artista, scomparsa nel 2005. Non sono ancora noti i particolari della cerimonia funebre.
Gipo Farassino è stato spesso sottovalutato e relegato alla canzone dilettale, benché avesse scritto molte canzoni in lingua italiana. La sua produzione era ricca di rimandi alla tradizione francese, con canzoni sempre venate da ironia e malinconia, e le incursioni nel cabaret. Nato e cresciuto nel quartiere popolare torinese di Barriera di Milano l’11 marzo 1934, Farassino iniziò giovanissimo a esibirsi e a incidere nei primi anni Sessanta: cantava e raccontava l’anima delle periferie, la vita e le difficoltà della gente comune, i ‘travet’, ovvero gli impiegati e i lavoratori più umili.
La sua è stata una produzione estesa di quasi 40 album tra inediti e raccolte dagli anni Sessanta in poi, con collaborazioni tra cui Paolo e Giorgio Conte. La popolarità arrivò nel 1968, con il successo in italiano ‘Avere un amico’. Tra i suoi brani più noti e amati ‘Matilde Pellissero’, ‘L 6 ‘d via Cuni’, ‘Sangon Blues’, ‘Montagne dal Me Piemont’, ‘Cor nen va pian’. Anche quando la sua popolarità . Negli anni Settanta si diede all’attività di attore cinematografico recitando in tre pellicole: ‘Uccidere in silenzio’ di Giuseppe Rolando (1972), ‘La bottega del caffè’ di Edmo Fenoglio (1973) e ‘Un uomo, una città’ di Romolo Guerrieri (1974). Ma erano soprattutto i suoi spettacoli teatrali a riscuotere il maggiore successo e l’affetto del pubblico.
Negli anni Ottanta si dedicò alla politica riconoscendosi nella Lega Nord: nel 1987 diede vita al movimento politico Piemont Autonomista, diventando poi segretario della Lega Piemont, con presidente Mario Borghezio. Arrivò all’elezione al Parlamento europeo nelle liste della Lega e fu assessore nella giunta di Enzo Ghigo, quindi man mano si allontanò dal mondo della politica tornando allo spettacolo.
Un durissimo lutto lo colpì nel 2005, con la morte della figlia Caterina, fotografa nota a Torino; insieme all’altra figlia Valentina diede quindi vita alla Fondazione Caterina Farassino. Collaboratore fisso del settimanale de La Stampa TorinoSette, nel 2007 aveva pubblicato il romanzo ‘Viaggiatori paganti’ per Piemme Nel 2010 aveva presentato al Teatro Stabile di Torino lo spettacolo ‘Stasseira’ con la regia di Massimo Scaglione, in cui ripercorreva tutta la propria carriera musicale e teatrale.
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