Roma, 11 gen. (LaPresse) – Lutto nel mondo della cultura: è morto oggi a Roma Arnoldo Foà, attore, regista, doppiatore e scrittore, tra i maggiori esponenti culturali del Novecento. Nato a Ferrara il 24 gennaio 1916, avrebbe compiuto 98 anni tra due settimane.
Foà si trasferì da bambino con i genitori a Firenze, dove rimase fino a 20 anni, per poi trasferirsi a Roma per freqeuntare il Centro Sperimentale di Cinematografia. La sua famiglia era di origine ebraica e Foà, dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste, fu costretto a lasciare i corsi e gli venne impedito di lavorare. Si rifugiò a Napoli nel 1943 dove divenne apo annunciatore e autore per la Radio alleata PWB, curando anche i notiziari. Con la fine della guerrà tornò a lavorare con il suo nome e entrò in alcune delle maggiori compagnie teatrali del tempo: Ferrati-Cortese-Scelzo, Ferrati-Cortese-Cimara, Stoppa-Morelli-Cervi dove collaborò con Visconti, e la Compagnia del Teatro Nazionale – il Teatro dell’Opera di Roma – dove lavorò per Guido Salvini, e nella Compagnia di Prosa della Rai.
Foà ha una vastissima filmografia, che supera le 100 pellicole, dirette da registi come Orson Welles (‘Il processo’), Pietro Germi (‘Il testimone,’), Alessandro Blasetti (‘Altri tempi’), Damiano Damiani (‘Il sorriso del grande tentatore’), Ettore Scola (‘Gente di Roma’), Giuliano Montaldo (‘Il giocattolo’) , Joseph Losey (‘Imbarco a mezzanotte’). Tra gli altri film si ricordano ‘Cento giorni a Palermo’ di Giuseppe Ferrara, ‘La febbre’ di Alessandro D’Alatri, e tra gli ultimi ‘Il 7 e l’8’ del 2007 di Salvatore Ficarra, Valentino Picone e Giambattista Avellino, ‘Le ombre rosse’ di Citto Maselli del 2009 e lo stesso anno ‘Ce n’è per tutti’ di Luciano Melchionna.
Foà contribuì alla rinascita della Rai dalle ceneri dell’Eiar e vi rimase sino agli anni ’80, partecipando a decine di trasmissioni e poi sceneggiati televisivi – tra cui ‘Piccole donne’, ‘Capitan Fracassa’, ‘Le mie prigioni’, ‘Le cinque giornate di Milano’, ‘La freccia nera’, ‘L’isola del tesoro’, ‘Il giornalino di Gian Burrasca’, ‘David Copperfield’ – “diventando mio malgrado uno dei primi divi del piccolo schermo” affermava lui nella sua biografia.
Fu anche uno dei più importanti doppiatori italiani, prestando la sua voce a numerosi documentari e ad attori come Anthony Quinn, Peter Ustinov, Kirk Douglas e John Wayne. Era sua la voce narrante, tra gli altri, nel film ‘La fabbrica di cioccolato’ di Tim Burton e sua la voce del ‘cattivo’ Charles Muntz del cartone animato della Pixar ‘Up’ del 2009. Con la sua inconfondibile voce fece diverse registrazioni poetiche su vinile prima e in cd poi, di opere di come Dante, Lucrezio, Carducci, Leopardi, Neruda, Garcia Lorca.
Per un breve periodo nel primi anni ’60 entrò in politica, diventando consigliere comunale a Roma per il Partito Radicale, e partire dagli anni ’90 pubblicò alcuni romanzi e raccolte di poesie. Nell’ultimo del 2009 edito da Sellerio, ‘Autobiografia di un artista burbero’, Foà raccontava le sue memorie. “L’età non mi pesa, la vita sì” aveva detto nel 2011 in un’intervista al Corriere in occasione dell’uscita del libro.
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