Arte, conclusa prima parte restauro Adorazione Magi di Leonardo a Firenze

Firenze, 23 set. (LaPresse) – Si è conclusa la prima fase del restauro dell’Adorazione dei Magi di Leonardo: oggi a Firenze si sono presentati i risultati. Il capolavoro di Leonardo, dipinto su tavola, raffigurante l’Adorazione dei Magi (cm 246×243), iniziato nel 1481 per il monastero di San Donato a Scopeto e lasciato incompiuto, nel novembre del 2011 è stato trasferito dalla Galleria degli Uffizi al Laboratorio di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure alla Fortezza da Basso. Il primo anno, l’opera è stata sottoposta a indagini diagnostiche per capire a fondo lo stato di conservazione del supporto ligneo e della superficie pittorica preliminare. Il restauro della parte pittorica si concluderà entro l’estate 2015. Quindi, verrà effettuato il restauro del supporto ligneo, necessario per assicurare solidità alla tavola e per evitare negative ripercussioni sulla pittura. Presumibilmente, l’opera tornerà agli Uffizi entro la fine del 2015 e sarà accolta in un nuovo allestimento della Sala 15 della Galleria.

Il restauro è reso possibile col sostegno degli Amici degli Uffizi, il capolavoro di Leonardo. Erano presenti alla presentazione Cristina Acidini, soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, di Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, di Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi e di Maria Vittoria Rimbotti, presidente degli Amici degli Uffizi.

“Si tratta di un altro momento molto importante nella storia del restauro del capolavoro di Leonardo – ha affermato Cristina Acidini – in cui l’Opificio delle Pietre Dure presenta i risultati dell’intervento sulla parte pittorica, che si rivela anche come progresso decisivo delle nostre conoscenze sul quadro, sia dal punto di vista delle materie presenti sulla tavola e nelle loro diverse stratificazioni, sia riguardo alle modalità di esecuzione originali, offrendo quindi opportunità nuove d’interpretazione dell’Adorazione dei Magi nel suo insieme e nei particolari”.

Per Antonio Natali, “Quello che la pulitura sta rivelando, nelle parti dov’è ormai compiuta, consente d’apprezzare ciò che prima si poteva solo intuire leggendo i referti agli infrarossi. Ora si può dire con assoluta certezza che a restauro concluso gli occhi d’ogni visitatore degli Uffizi potranno darsi ragione d’una trama teologica che s’era potuto ricostruire solo in virtù delle indagini. E così viepiù si concreta la nostra aspirazione a fare del museo un luogo d’educazione più che di stupore”.

“Sono passati due anni dall’inizio del restauro – ha sottolineato la Presidente degli Amici degli Uffizi, Maria Vittoria Rimbotti – operazione lunga ed estremamente delicata che l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze sta conducendo con quella professionalità ed estrema perizia che l’ha portato a essere uno dei punti di riferimento per il restauro a livello mondiale”. “Fin dai suoi inizi – ha aggiunto – gli Amici degli Uffizi sono stati vicini a questo intervento. Nel 2012, per festeggiare il ventesimo anniversario della nostra fondazione, abbiamo sostenuto le spese delle indagini diagnostiche. Ci sembrato quindi doveroso che l’Associazione, che ho l’onore di presiedere, continuasse ad aiutare economicamente il proseguimento dei lavori”.

Più tecnicamente, il Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, Marco Ciatti, ha detto che “In questa seconda conferenza stampa dedicata al restauro dell’Adorazione dei Magi di Leonardo della Galleria degli Uffizi, possiamo affermare che le problematiche e i risultati sperati, anticipati e proposti nel precedente incontro e frutto delle indagini diagnostiche svolte sull’opera, si sono col tempo pienamente realizzati, facendo tuttavia emergere anche interessanti novità. In realtà ora vediamo chiaramente e in maniera inconfutabile che l’intervento di pulitura, tramite un leggero, graduale e differenziato assottigliamento dei vari materiali sovrapposti nei secoli dai vari manutentori e restauratori delle Gallerie sulla superficie, era assolutamente doveroso e tecnicamente possibile”.