Roma, 8 ott. (LaPresse) – La Commissione scientifica istituita dal ministro Franceschini per verificare la trasportabilità dei Bronzi di Riace ha espresso “parere negativo” e sconsiglia di sottoporre le due sculture greche ad un nuovo spostamento, non potendo escludere “un pregiudizio alcuno per la loro integrità e conservazione”. Lo rende noto in una nota il ministero dei Beni e delle Attività Culturali. “La risposta è molto chiara e chiude il dibattito – ha commentato il ministro Dario Franceschini -. Il lavoro per noi, ora, sarà quello di rafforzare tutte le iniziative già in essere affinché i visitatori di Expo allunghino la loro permanenza in Italia, per vedere la bellezza che tutto il nostro Paese offre, a cominciare dal Museo Archeologico di Reggio Calabria”.
La commissione era stata istituita con Decreto ministeriale dell’8 settembre 2014, in seguito alla formale richiesta di prestito pervenuta dalla Regione Lombardia, allo scopo di verificare la possibilità di esporre i Bronzi a Milano, in occasione dell’Expo 2015. Nell’ultimo mese la commissione ha esaminato tutta la documentazione relativa ai restauri effettuati nel corso degli anni e tutte le indagini scientifiche, da quelle relative agli esiti di invasivi micro-carotaggi, alle gammagrafie, alle radiografie. In seguito a tali analisi, sono emersi vari problemi conservativi nelle sculture, in particolare la presenza di numerose e diffuse micro-fessure e problemi di tenuta delle saldature antiche, che hanno causato un indebolimento della tenuta strutturale del “sistema statua”.
La commissione che ha esaminato le statue, ritrovate casualmente 32 anni fa nel mar Ionio, è stata presieduta da Giuliano Volpe, ordinario di archeologia all’Università di Foggia, e composta da: Simonetta Bonomi, soprintendente per i beni archeologici della Calabria, Gisella Capponi, direttrice dell’Istituto Superiore per la conservazione e il restauro, Gerardo De Canio, responsabile del laboratorio dell’unità tecnica “Tecnologia dei materiali” dell’ENEA, Stefano De Caro, direttore dell’ICCROM, Daniele Malfitata, direttore dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali del CNR, e Bruno Zanardi, associato di teoria e tecnica del restauro presso l’Università di Urbino.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata