Milano, 31 ott. (LaPresse) – ‘Say NO to ebook discrimination’, non discriminiamo gli Ebook. E’ tutto il mondo del libro, dagli editori agli autori, dai lettori a tutti i lavoratori delle case editrici, che lo chiede. E lo fa con la campagna #Unlibroèunlibro, in cui persone note, meno note, italiani che leggono già o che leggeranno tra poco, chiedono di non penalizzare gli e-book e dimostrano che una storia è una storia indipendente dal supporto di lettura.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione italiana editori (Aie), è stata lanciata questa mattina e ha già attivato in poche ore oltre 4mila conversazioni a tema #unlibroèunlibro e le immagini, visibili sul sito www.unlibroeunlibro.org. La prima richiesta è quella di equiparare l’iva del digitale a quella dei libri di carta: “L’Europa considera il libro tradizionale e l’ebook in modo diverso – spiega l’Aie in un comunicato stampa – Il cartaceo ha l’IVA al 4%, il digitale al 22%. Tutti coloro che amano i libri s’impegnano affinché siano trattati in modo uguale, indipendentemente dal loro formato”.
“In Italia – aggiunge l’Aie – i device per la lettura digitale stanno conoscendo una forte diffusione: nel 2013 gli e-reader acquistati sono stati 2,4 milioni (+34,2%), i tablet 6,3 milioni (+65,7%) e gli smartphone 26,2 milioni (+43%) e ad essere in crescita è anche il tempo che gli italiani passano in loro compagnia. In un Paese dove leggono almeno un libro l’anno poco più di 4 italiani su dieci (il 43% secondo Istat), intercettare lettori e non lettori attraverso i device che utilizzano maggiormente è la sfida da vincere per riuscire ad aumentare gli indici di lettura”. “Un libro è un libro – conclude l’Associazione – indipendente dal supporto dal quale un lettore lo legge. Penalizzare l’e-book è penalizzare l’innovazione e la lettura”.
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