New York (New York, Usa), 20 nov. (LaPresse/AP) – È morto a 83 anni il cineasta statunitense Mike Nichols, premio Oscar di ‘Il laureato’ e regista sia di commedie brillanti sia di film drammatici. Ne ha dato conferma l’emittente Abc News.
Regista di ineguagliabile versatilità, che ha portato sul palcoscenico, sul grande e sul piccolo schermo la sua ironia feroce e giudizi caustici sulla società, nella sua lunga carriera ha saputo passare con pari talento dal registro drammatico a quello brillante. “Non ho mai capito le persone che dividono i drammi e le commedie – diceva in un’intervista ad Associated press nel 2004 – ci sono più risate in ‘Amleto’ che in molte commedie di Broadway”.
Nichols è nato a Berlino il 6 novembre 1931 figlio di un intellettuale russo e di una tedesca, entrambi ebrei. Con la promulgazione delle leggi razziali nel 1939 la famiglia emigrò negli Stati Uniti, prima a New York poi a Chicago, e Nichols divenne cittadino americano nel 1944. Nichols si è sposato quattro volte: l’ultima moglie è la giornalista televisiva Diane Sawyer.
È uno dei pochi personaggi di Hollywood ad aver vinto il “poker” di premi maggiori assegnati dallo showbusiness statunitense: oltre all’Oscar, un Emmy, un Grammy e un Tony Award.
Oltre all’Oscar per ‘Il laureato’ (per cui ha vinto anche un Golde Globe), ha ottenuto tre nomination come miglior regista, a cominciare dall’esordio del 1966 ‘Chi ha paura di Virginia Woolf?’, poi per ‘Silkwood’ del 1983 e per ‘Una donna in carriera’ del 1988, oltre ad una candidatura come produttore del miglior film grazie a ‘Quel che resta del giorno’ del 1993.
Al cinema ha diretto alcuni tra i più noti e talentuosi attori di Hollywood, a cominciare da Elizabeth Taylor, invecchiata per esigenze di scena per ‘Chi ha paura di Virginia Woolf’, Dustin Hoffman consacrato proprio da ‘Il laureato’, e Jack Nicholson che ha diretto la prima volta in ‘Conoscenza Carnale’ del 1971 e poi di nuovo nel 1974 in ‘Due uomini e una dote’ e nel 1994 in ‘Wolf – La belva è fuori’, con protagonista femminile Michelle Pfeiffer.
Ma in tutta la sua filmografia spiccano grandi successi e grandi volti, come in ‘Comma 22’ con Alan Arkin, Orson Welles e Anthony Perkins (1970), ‘Silkwood’ con Meryl Streep (1984), tornata davanti alla sua macchina da presa nel 1990 insieme a Shirley McLaine in ‘Cartoline dall’inferno’. E poi il trio composto da Melanie Griffith, Sibìgourney Weaver ed Harrison Ford di ‘Una donna in carriera’ (1988); ha diretto nuovamente Ford nel 1991 in ‘A proposito di Henry’ (1991).
Nel 1996 ha poi diretto Robin Williams e Gene Hackman in ‘Piume di struzzo’, il remake de ‘Il Vizietto’, e nel 1998 John Travolta, Emma Thompson e Kathy Bates in ‘I colori della vittoria’. È del 2000 la commedia fantascientifica ‘Da che pianeta vieni?’ con Garry Shandling, Annette Bening e John Goodman, e del 2004 il drammatico ‘Closer’ con Julia Roberts, Jude Law, Natalie Portman e Clive Owens. Il suo ultimo film è stato ‘La guerra di Charlie Wilson’ del 2007 con Tom Hanks, Julia Roberts e Phillip Seymour Hoffman.
Come regista televisivo, ha vinto due Emmy, per ‘Wit’ del 2001 e per ‘Angels in America’ del 2003. Come regista teatrale, ha ottenuto nove Tony Awards: tra questi per ‘A piedi nudi nel parco’ (1964), ‘La strana coppia’ (1965), ‘Morte di un commesso viaggiatore’ (2012). Il palcoscenico è rimasto il suo primo amore. “Un regista può far accadere una piece davanti ai tuoi occhi facendoti sentire parte di essa ed essa parte di te – raccontava – se lo si fa bene, non c’è mistero. Non c’è niente di misterioso, è la nostra vita”.
Non ha mai analizzato la sua carriera e i suoi temi ricorrenti. “Penso a quello che ha detto Orson Wells – raccontava – lascia che lo facciano gli altri, quelli che di lavoro cercano modelli e dicono che c’è un filo conduttore nel tuo lavoro, lascia che si preoccupi qualcun altro di cosa significa”.
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