Torino, 13 gen. (LaPresse) – In Francia è andata in onda ieri sera sulla tv privata Canal Plus l’intervista allo scrittore Michel Houellebecq sul suo ultimo libro ‘Sottomissione’, in cui immagina una Francia con un musulmano all’Eliseo, e sull’attentato di mercoledì scorso al settimanale satirico Charlie Hebdo a Parigi. “Sì, oggi je suis Charlie”, ha detto Houellebecq. L’intervista era stata registrata all’indomani della strage di Charlie Hebdo e doveva andare in onda venerdì sera, ma visto l’evolversi dei fatti, con i fratelli Kouachi che erano asserragliati nella stamperia di Dammartin-en-Goele, Canal Plus aveva sosopeso la messa in onda rinviandola appunto a ieri sera. Subito dopo la strage il romanziere aveva scelto, peraltro, di sospendere la promozione del libro.
“È la prima volta nella mia vita che viene assassinato qualcuno a cui volevo bene”, ha detto Houellebecq ricordando l’economista Bernard Maris. “Doveva fare un dibattito perché aveva scritto un nuovo libro sulla Francia, ‘La Francia dolce e amara’, e ora spero che il suo libro fosse abbastanza avanti da essere pubblicato per com’era”, spiega l’autore fermandosi con la voce rotta dalla commozione. Maris, racconta lo scrittore, “aveva pubblicato un articolo sul mio libro sull’ultimo numero di Charlie Hebdo” ma “non ho avuto il coraggio di leggerlo”. All’intellettuale francese la rivista aveva dedicato l’ultima copertina. “Come l’ha presa?”, gli chiede il giornalista. “Non male”, risponde Houellebecq, ed è “un onore” esserci stato. Poi, alla domanda se il denominatore comune fra Charlie Hebdo e lui – spesso considerato un provocatore- sia proprio la provocazione, Houellebecq risponde così: “Si tratta di libertà piuttosto che di provocazione” perché “la libertà è spesso provocante e non è possibile alcuna libertà senza una dose di provocazione”.
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