di Virginia Michetti
Milano, 10 set. (LaPresse) – Andrà presto in vendita la casa appartenuta a Gino Bramieri. Lo racconta a LaPresse Lucia Merisio Bramieri, nuora del celebre attore comico, scomparso a 67 anni il 18 giugno 1996 per un tumore al pancreas. Moglie di Cesare, l'unico figlio del 'Gino nazionale' (nella foto, insieme nel 2007), Lucia è l'ultima erede della famiglia Bramieri e la custode della memoria artistica del grande attore. Dopo lunghe valutazioni è giunta a prendere questa decisione.
"Ora sono pronta. Fino a 6 mesi, un anno fa, questo pensiero mi creava un dolore enorme. Sarà un processo difficile, ogni foglio di quella casa andrà controllato. Niente verrà buttato via, tutto verrà catalogato e custodito come è giusto che sia", assicura, e insieme chiede che venga rinnovato il ricordo del 'Re della risata': "Voglio dire a gran voce, a Milano in particolare, che si continui a ricordare Gino. Visto che nel 2016 sarà il 20ennale della morte, lancio questo appello, prima che l'anno prossimo possa diventare una polemica. Come nuora e ultima erede della famiglia, mi impegnerò che si faccia qualche cosa. Purtroppo gli anni passeranno anche per me, e mi piacerebbe che i grandi personaggi che hanno reso lustro le città non venissero dimenticati. Oggi, chi dura 50 anni sul palcoscenico come ha fatto Gino?".
Lucia continua a vivere nell'appartamento della famiglia. "Questa è la casa dove Gino ha vissuto con mia suocera e mio marito – racconta l'erede di Bramieri – fin da quando è stata costruita nel 1960. Poi è mancato Gino, poi mia suocera… io ci ho vissuto con mio marito, l'abbiamo ristrutturata e abbiamo continuato a vivere come avrebbe voluto Gino, facendone una casa-museo con i suoi mobili, i suoi ricordi, i suoi copioni, il suo studio, i suoi premi compreso l'ultimo Telegatto".
Tutto è cambiato con la scomparsa di Cesare. "Quando è morto anche mio marito nel 2008, questa casa io non l'ho più vissuta con quell'energia – spiega – vivo ancora qui, amo questa casa e mi vengono le lacrime ancora adesso a parlarne. Ma è troppo piena di ricordi e cominciano a diventare troppo pesanti". "Quella è la casa di Gino, io voglio costruire la casa di Lucia – aggiunge – Ci sarà una stanza dedicata a Gino e a mio marito, sarò legata a loro per tutta la vita. Ma sedermi tutti i giorni su quella poltrona, passare davanti a quel letto… io sono rimasta sola, non ho figli, non ho nessuno, ho bisogno di cambiamento. Non cancellare, ma cambiare. Un cambiamento che non posso fare finché resto lì".
Lucia sente l'onore e onere dell'eredità. "Gino – racconta – non ha avuto una grande famiglia: aveva due fratelli morti prima di lui, un unico figlio già mancato e una nuora che è sopravvissuta con un cane. Io questo impegno morale lo sento, ritengo sia doveroso, ma da sola non è facile". "Ci ho pensato non sa quante notti, ho sentito mille pareri e a un certo punto non ho voluto più sentire nessuno. Le cose le devi fare quando sei pronta".
Una decisione dura da prendere. "È un dispiacere, una scelta che mi mette malinconia – spiega – figurarsi che ho anche le ceneri di mio marito in casa, non le ho nemmeno portato al cimitero, non so staccarmi da nulla. Non mi sono nemmeno risposata, c'è sempre questo legame che sento molto forte e rimarrà. Ma tutte le volte che viene a trovarmi qualcuno, se anche non sa niente, in un minuto si accorge che quella casa è di Gino, e quando ne parlo la presento come la casa di Gino, non la mia. Ci sono momenti in cui alcuni cordoni vanno tagliati – aggiunge – Quello che dovevo fare io l'ho fatto e credo sia arrivato il momento di dare un cambio di vita".
La casa è un ampio appartamento su due piani in Zona Washington: "Gino aveva scelto non casualmente l'ottavo e nono piano. Dato che lavorava e finiva tardi in teatro e gli orari del'artista di teatro sono impossibili, lo aveva fatto per evitare di sentire il rumore dei vicini di casa al mattino", racconta Lucia. "Sono felice di averci vissuto, a me ha fatto stare molto bene ed è giusto che continui ad essere vissuta, magari da una famiglia con figli. Mentre per me, superati i 50 anni, la prospettiva non è quella di mettere insieme chissà che grande famiglia – sottolinea – Entro in questa casa c'è un silenzio che è quasi rumoroso, è pesante, grandi spazi inutilizzati, stanze che rimangono chiuse". Invece la casa, continua,"ha bisogno che qualcuno la viva. Spero che chi la vorrà acquistare la ami tanto come l'ho amata io e ci entri per tanti anni. E sicuramente porterà fortuna a chi la vorrà, perché c'è un'energia meravigliosa, un'atmosfera calda e accogliente, dove hanno vissuto delle belle persone con grande anima e grande cuore. Sono sicura che continuerà a portare bene a chi ci vivrà".
Tutto il materiale la seguirà: "I copioni, i premi, tutte le sue cose, li custodirò ovunque decida di andare – ribadisce – ma sarebbe bello trovare uno spazio a Milano dove lasciare queste cose, perché prima o poi anch'io morirò. Mi piacerebbe ci fosse uno spazio in cui lasciare il suo ricordo, dove poter dire 'Questo è stato uno dei grandi artisti della comicità del '900'. Capisco che i problemi di un comune sono tanti, ma è importante anche tenere viva la sua memoria. Sono riuscita a fargli intitolare una via a Milano, ma mi piacerebbe che il comune, amici e persone che vorranno unirsi per creare un evento importante, per l'anno prossimo, quello che sarà forse l'ultimo anniversario in cui ricordarlo. Sono sicura che attraverso i media ci sarà un'idea bella".
"Per ora non scappa niente – rassicura – mi tengo stretto il materiale. Ma mi spiacerebbe molto che andasse perso o disperso. Al momento non saprei individuare dove, ma Milano offre mille possibilità, passo dopo passo". Nel frattempo Lucia pensa a come celebrare il ventennale del grande attore milanese. "Sono già pronta e carica per l'anno prossimo. Io rimango la nuora di Gino, le sue cose sono mie, tutto quello che è legato a Gino mi appartiene, ma desidero condividerlo". Per non dimenticare, indipendentemente dai risultati delle elezioni comunali del prossimo anno. "Non importa che sindaco ci sarà – conclude – Gino non ha colore politico, è la storia di Milano e dell'Italia per quanto riguarda la comicità".
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