L'editor racconta a LaPresse la fondazione con Eco della nuova casa editrice 'La nave di Teseo'. Venerdì l'ultimo libro

Doveva uscire a maggio l'ultimo lavoro di Umberto Eco, una raccolta di saggi dal titolo 'Pape Satan Aleppe', ma sarà nelle librerie venerdì. "Aveva dato il visto 'si stampi' appena tre giorni fa", racconta l'editrice Elisabetta Sgarbi, protagonista insieme a Eco della fondazione di 'La nave di Teseo', nuova casa editrice voluta fortemente dallo studioso e scrittore in risposta alla fusione tra Rizzoli e Mondadori. "E' stato un suo grande impegno quello di una nuova avventura – spiega -, era fortemente convinto che si dovesse dare un segnale".

Di cosa parla il nuovo libro?

E' una raccolta di saggi dal 2000 a oggi. Il sottotitolo è 'Cronache di una società liquida', e contiene degli scritti su vari temi, sul rapporto tra vecchi e giovani, per esempio, e altri argomenti di attualità.

Perché aveva scelto di pubblicare in questo momento una raccolta di suoi scritti? 

Gli sembrava che fossero tutte cose di grande attualità. Il riferimento a Baumann, alla sua società liquida, è evidente: in questo momento di crisi delle ideologie, dello Stato, ma anche del concetto di comunità, gli sembrava fossero riflessioni quanto mai attuali e utili.

Da quanto collaborava con Eco?

Abbiamo lavorato insieme per 25 anni. E abbiamo fondato recentemente insieme 'La nave di Teseo, insieme ad altri autori come Furio Colombo, Edoardo Nesi e Sergio Claudio Perroni, ed editori come Eugenio Lio e Mario Andreose. E' l'ultimo gesto di Umberto in nome del rispetto della pluralità di offerta e della salvaguardia dei diritti di autori e editori.

Cosa ha spinto Eco ad appoggiare il progetto de 'La nave di Teseo'? 

Lui ci teneva davvero moltissimo, perché diceva che non esiste un altro Paese dove succedono queste cose, dove il mercato si concentra nelle mani di pochi. Per lui era fondamentale difendere la concorrenza, la pluralità di offerta.

Tra tanti momenti condivisi, qual è quello con cui ricorda Eco? 

E' successo non troppo tempo fa. Il suo nipotino gli chiese 'perché lo fai? Perché fondi una nuova casa editrice?'. E lui ha risposto semplicemente 'perché si deve'. Ecco, in questo scambio di battute c'è tutta la necessità di essere d'esempio, la sua grande convinzione che bisognava combattere e difendere le idee in cui si crede.

Avete in mente qualche iniziativa per ricordarlo? 

Intanto l'uscita anticipata del libro che sarà in vendita in tutta Italia da venerdì. Poi ci piacerebbe organizzare un ricordo di Eco attraverso una lettura dei suoi testi, magari in una grande libreria. Vedremo cosa riusciremo a organizzare, sicuramente noi de 'La nave di Teseo' faremo qualcosa.

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