In occasione della Giornata antitabacco parla il comico già testimonial della campagna antifumo del ministero della Salute

Accendere una bionda? E' come una forma di stupidità temporanea, ma smettere è possibile, "magari mossi dalla paura o con l'aiuto di qualche piccolo lavaggio del cervello". Parola di Nino Frassica, poliedrico attore di cinema e teatro, intervistato da LaPresse in occasione della Giornata Mondiale contro il Tabacco. Il comico messinese l'anno scorso era stato il testimonial della campagna antifumo del ministero della Salute: "Io ho fatto il 'violento' beccandomi anche qualche critica, non intendevo offendere nessuno, ma mentre uno fuma è scemo: finita la sigaretta torna in borghese (ride, ndr). Io rifarei lo spot, ma spiegherei meglio quello 'scemo': sembrava quasi generico e qualcuno si è arrabbiato. Non suonava bene come effetto, sei scemo solo quando fumi".

Iniziative come quelle di oggi possono servire davvero a sconfiggere il fumo, che miete ogni anno 6 milioni di vittime nell'anno?

"Beh, io credo di sì, oggi ho visto qualcuno, anche qualche mio collega, che ha fatto un tentativo di 24 ore, magari lo rifarà: è l'inizio, grazie a questi esperimenti si può smettere. E' qualcosa di inspiegabile, ma il fatto stesso che tanti fumano avrà qualche motivazione: è come una droga, come tale si è dipendenti, con un po' di forza in più si può smettere. Il vizio si può togliere con un pizzico di paura, vanno benissimo le immagini forti sui pacchetti e qualche piccolo lavaggio del cervello".

Lei hai mai fumato, magari da giovane?

Io non ho mai capito chi fuma, io non ho mai fumato neanche da ragazzo. L'avevo capito da subito, mi sembrava un oggetto estraneo. Quando recito la sigaretta fa parte del copione, si capisce che quando la tengo sembro uno scarso attore, non la so tenere bene in mano, la maneggio come un candelotto di dinamite, si vede che provo antipatia. Mi ricordo nel mio paese, da piccolo, un signore che aveva le dita nere e per accendere le sigarette non usava l'accendino, la sigaretta vecchia accendeva quella nuova. Forse voleva entrare nel Guinness dei primati: lo vedevo come una sorta di bestia rara e non capivo.

Come considera la sigaretta al cinema?

"Non andrebbe mai vietata, il cinema deve mantenere la sua naturalezza, poi dopo sta a noi, altrimenti non si dovrebbe vedere neanche il coltello: il cinema è fiction, ma rappresenta la verità. Le parolacce, ad esempio, quando sono vere ci stanno bene, quelle di Sordi erano perfette, dipende chi le dice e come le dice.

Tra i suoi colleghi chi è il tabagista più incallito?

Mah, forse Camilleri: lo conosco abbastanza bene, quando l'ho visto fumava sempre, ma non abbiamo mai parlato del suo vizio. In quel momento anche un grande cervello come lui diventa, e lo dico scherzando, 'scemo'. Il vizio a volte è davvero forte.

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