Torna il figlio d'arte di Ivan, dopo il debutto tre anni fa con 'Le cose belle
"Per me la musica è veramente come un tetris, quando compongo lo faccio un po' come se fosse un videogame". E' così che nasce 'Sala giochi', il nuovo lavoro di Filippo Graziani, figlio d'arte di Ivan, dopo il debutto tre anni fa con 'Le cose belle', premiato con la Targa Tenco. "Avevo voglia – racconta Filippo a LaPresse – di dare una sorta di contenitore alle canzoni del disco. È un titolo concettuale dal punto di vista estetico musicale, ed è rappresentativo del periodo al quale mi sono ispirato, gli anni '80. La sala giochi è un luogo nostalgico e romantico, una palestra di vita. Ed è un posto che ha molto a che fare con i rapporti personali". E di quel mondo anni '80 c'è tanto, a livello sonoro, nelle tracce del disco di Graziani. "Adoro quell'epoca – spiega – soprattutto il mondo dei compositori per i film, come Giorgio Moroder, Badalamenti e Carpenter. Ma poi penso anche ai Depeche Mode, ai Talking Heads…".
Oggi, però, non siamo più negli anni '80 e Filippo è molto attento ai tempi in cui vive, "incerti, di psicosi collettiva", li definisce: "Penso che il periodo dovrebbe influenzare la musica e viceversa. , di certo non la noia. Sentiamo paura, frustrazione, smarrimento, siamo sovrastimolati e sovrainformati. E questo si rispecchia nei miei testi".
Oltre alle influenze del mondo e a quelle musicali, per Filippo c'è anche la famiglia, essendo figlio di Ivan Graziani. Questo influisce sulla sua musica? "Questo lo devono dire gli altri. Io non faccio mai questi ragionamenti su me stesso, perchè ne sono parte. E' la mia vita. Penso che sia più una curiosità esterna". E c'è anche un altro pezzo di famiglia che Filippo si porta dietro: con lui, infatti, suona il fratello batterista Tommy. "Siamo persone molto diverse e riservate – racconta Graziani -. Per il rapporto di fratellanza, condividere il palco è una grandissima cosa".
L'uscita di 'Sala giochi' è venerdì 16 giugno, e chi comprerà l'album troverà una gradita sorpresa: nel booklet, infatti, c'è un prezioso ritratto di Filippo immerso nel mondo arcade, dell'illustratore Tanino Liberatore. "Mi ha fatto un grande regalo mettendo una ciliegina sul discorso degli anni '80, disegnatore perfetto di quegli anni, tra i maggiori esponenti in assoluto", racconta Filippo. "Con Tonino – aggiunge – è nata un'amicizia. Sono felicissimo, grato e onorato. Per me che ho fatto la scuola d'arte, la sua presenza nell'album è davvero una ciliegina sulla torta".
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