Il cantautore celebra il traguardo con un doppio cd, 'Diventi Inventi 1997-2017', e un concerto speciale il 26 novembre al Palalottomatica di Roma

Poche hit, quasi nessun tormentone. In fondo, per molti ancora oggi è 'quello dei capelli'. Nonostante questo, in maniera decisamente fuori dagli schemi, Niccolò Fabi è considerato uno dei cantautori più importanti della sua generazione. Tanto che nel 2017 festeggia i suoi primi vent'anni di carriera e lo fa, come abitudine, in maniera anticonvenzionale: un doppio cd, 'Diventi Inventi 1997-2017', che contiene nel primo disco l'inedito che porta il nome del progetto e una selezione di sue canzoni riviste e rivisitate, nel secondo una serie di rarità musicali, tra cui demo, provini di brani inediti rimasti nel cassetto e la versione live di 'Attesa e Inaspettata', eseguita il 30 agosto 2010 a Mazzano Romano durante Parole di Lulù. Non solo l'album, ma anche un concerto speciale il 26 novembre al Palalottomatica di Roma: "Non sarà un live come gli altri – racconta Fabi a LaPresse – non ho mai cantato in un palazzetto dello sport davanti a seimila persone. Sarà una festa, sì, ma un po' particolare perché le mie non sono di certo canzoni che metteresti in una occasione del genere. Sono vissute, generalmente, in condizioni intime. L'atteggiamento sarà quello di festeggiare un linguaggio in cui le persone riconoscono che le loro fragilità sono condivisibili e le abbiamo tutti. È una 'festa della fragilità', serve a trasformare il disagio e lo sconforto in una possibilità di empatia".

Anche se il 'sound' non sarà propriamente quello del party, il cantautore romano ha ottimi motivi per festeggiare e, nonostante la l'evidente modestia, dalle sue parole traspare l'orgoglio per il traguardo raggiunto: "Ho la consapevolezza di essere stato fortunato e bravo. Ho goduto di una serie di incastri favorevoli che la vita mi ha offerto, perchè, rispetto a chi comincia adesso, noi abbiamo ereditato l'ultima stagione della discografia che investiva, con contratti da 4 o 5 dischi. C'era una prospettiva diversa. La bravura, però, sta nelle scelte che si fanno per proseguire la carriera in una direzione coerente". E' questo, quindi, quello che Fabi vuole festeggiare, insieme a ciò che definisce il "percorso insolito" segnato da "scelte professionali che sono sembrate rischiose e azzardate perchè andavano verso la penombra mediatica e non verso la luce. Ma non godevo neanche del fascino di chi arriva dall'ombra: ero pop nell'ombra, potenzialmente il massimo della sfiga. Ma l'ostinazione e la coerenza hanno fatto sì che questo indirizzo mi abbia portato gradualmente alle più grandi soddisfazioni".

E, sempre in questa direzione, va la scelta della pubblicazione di demo e provini nel secondo cd di 'Diventi Inventi': "Penso che sia molto interessante. Oltre ad alcune canzoni mai sentite, ce ne sono diverse simboliche di una serie di tranelli e difficoltà in cui ogni artista può cadere. Ci sono brani in cui avevo toppato l'atmosfera e l'arrangiamento e ora che li ho trasformati li sento miei, altre non pubblicate perchè frutto di un pomeriggio di gioco, poi ci sono errori di valutazione, canzoni sottovalutate e che ora mi sembrano meglio di altre cose che invece ho pubblicato. Alle volte non si è lucidi nei confronti delle cose che si creano. Insomma – ride – è uno smutandamento totale".

Se il Niccolò Fabi di oggi incontrasse quello di 20 anni fa, cosa gli direbbe? "Lo abbraccerei profondamente. Nella natura sono assolutamente identico, ma un certo tipo di fragilità e delicatezze unite alla giovinezza non permettono di trasformarle in forza. Gli direi di stare tranquillo, di aspetta perché arriverà quel momento. Sono come una pianta, per diventare forte ha dovuto aspettare 20 anni. Forse, avevo radici articolate e più deboli. Per essere quello che sono c'è voluto tempo".

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