In esclusiva per LaPresse, l'artista ripercorre il suo percorso artistico in vista della nuova opera sulla facciata del Liceè Carnot - Jean Bertin a Saumur

Nessuno l'ha mai visto in volto, ma Manu Invisible è tra i principali protagonisti del panorama artistico europeo della street art e del muralismo. Nato in Sardegna, dove ha realizzato le sue prime opere, nel corso degli anni ha lavorato su commissione per privati ed enti pubblici in tutto il continente: da Milano a Londra, dalla Bosnia alla Germania. La sua identità non si conosce: mantiene l'anonimato indossando un vestito nero con tracce di pittura di diversi colori e una maschera nero lucido dalle forme taglienti, ispirata alla geometria.

Venerdì 23 marzo, verrà inaugurata la sua ultima opera, realizzata lungo tutta la facciata del Liceè Carnot – Jean Bertin a Saumur, una cittadina nel cuore più selvaggio della Francia, nella regione dei Paesi della Loira. In occasione dell'evento, a cui saranno presenti il sindaco di Saumur e l’assessore regionale alla Cultura, Manu Invisible racconta, in esclusiva a LaPresse, questo nuovo progetto e il suo percorso artistico.

Il tema che ha scelto per questa nuova opera è "Ciò che il giorno cede alla notte". Perché?
"Ho voluto scegliere questa tematica perché rispecchia alla perfezione il mio processo creativo, infatti le mie opere oscillano tra dimensione notturna e abusiva e atmosfera mattutina. Lavoro spesso tutta la notte per vedere il sorgere del sole"

Quale tecnica ha scelto per quest'opera?
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La tecnica è quasi sempre la stessa, a parte quando scelgo di realizzare tutto ad affresco tradizionale. In quest'opera ho usato pittura acrilica per il fondo e bombolette spray per la composizione dell’opera. Tutti materiali professionali"

L'opera sarà realizzata lungo tutta la facciata di un liceo. Non è la prima volta che esegue lavori su commissione per istituti scolastici: queste opere sono diverse dalle altre? Hanno un significato particolare o una linea comune essendo indirizzati a target simili?
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Lavoro sempre durante la notte, sfruttando l’alta visibilità delle pareti dei cavalcavia e delle strade a scorrimento veloce. Nonostante questa scelta di vita, dedico il mio tempo anche a progetti sociali come questo, perché sento che la società ne abbia realmente bisogno"

Per lei, che è finito davanti alla Cassazione con l'accusa di imbrattamento (poi prosciolto nel 2016 in formula definitiva), cosa vuol dire essere chiamato a lavorare nelle scuole e nelle università (recente il suo affresco all'università di Cagliari)?
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È sicuramente una celebrazione, una notizia importante, ma credo sia l’emblema della nostra epoca, fortemente ricca di contrasti e molto controversa"

In questi anni è cambiata la percezione dei cittadini nei confronti della street art? Come?
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Credo sia una questione culturale e mediatica. Dipende da dove ci si muove. Credo comunque che questo tipo di movimento sia tuttavia in continuo mutamento e le persone lo concepiscano sempre di più come tale"

Lavora tanto in Italia quanto all'estero: Inghilterra, Francia, Bosnia. La percezione della street art è diversa nel resto d'Europa rispetto all'Italia?
"Credo esista un filo conduttore comune in tutto il mondo, si tratta del fatto che l’arte funge sempre da 'collante sociale', riesce a unire e favorire l’apprendimento"

Tra poco uscirà il documentario "Scripta Manent" sulla sua arte: il film di Giorgia Ripa l'ha fatta tornare indietro nel tempo e ripensare al suo percorso artistico?
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Sì, il documentario è pronto e presto sarà disponibile il dvd completo, credo che questa sia una grande tappa, molto importante per il mio percorso perché documenta un qualcosa di molto difficile, ossia il mio processo creativo durante la notte. Mi sento in continua evoluzione, ma con un occhio sempre attento alle mie radici, per questo nonostante venga chiamato per opere commissionate e questo sia il mio lavoro, rimango sempre fedele alla notte"

Ha nuovi progetti in serbo? Può parlarcene?
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Il prossimo è proprio organizzare un evento che possa essere di supporto e divulgazione del documentario "Scripta Manent", ma ho sempre più il bisogno di espandere i miei i concetti a un pubblico sempre più vasto, viaggiando in tutto il mondo"

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