Il regista ha parlato in collegamento video dalla Svizzera

Tre quarti d'ora di conferenza stampa in video chiamata Face time per il cineasta Jean-Luc Godard, 87 anni, che ha portato al Festival di Cannes in concorso 'Le Livre d'Image', un film concentrato sul montaggio e sulla voglia di sperimentare. Una tempesta di immagini. Una pellicola che parla a 360 gradi del mondo, della vita, della morte, della guerra, del problema arabo e del medioriente.

Oggi il regista di 'A bout de souffle', che vive in Svizzera in una solitudine quasi da eremita, non era presente a Cannes, ma ha parlato in collegamento video con la sala stampa. Anche il film 'Addio al linguaggio', che affrontava la tecnologia stereoscopica sperimentando col 3D, premiato a Cannes con il Gran Premio della giuria ex aequo con Mommy di Xavier Dolan 4 anni fa, era stato presentato sulla Croisette senza la presenza del regista.

Godard nel video messaggio ha anche evocato il maggio '68, nell' anniversario del movimento. Cinquant'anni dopo quella storica contestazione, quando aveva contribuito a interrompere il Festival di Cannes in solidarietà con il movimento degli studenti e dei lavoratori. Il maestro della Nouvelle vague ha evocato Overney, operaio maoista, militante di Gauche Prolétarienne, che nel 1972 fu assassinato all'uscita dello stabilimento Renault di Billancourt, mentre diffondeva volantini per la commemorazione del decimo anniversario del massacro alla Metro Charonne a Parigi, quando militanti comunisti e sindacali vennero uccisi nel corso di una manifestazione antifascista.

"Questo è quello che mi ricordo del '68", ha aggiunto, anche citando Gilles Tautin, liceale maoista annegato nella Senna nel giugno del 1968 mentre cercava di scappare a  una carica di polizia antisommossa, così come gli "zadistes ", attivisti che si sono mobilitati per anni vicino a Nantes per protestare contro un progetto aeroportuale recentemente abbandonato.

Godard, alla domanda di un giornalista che gli ha chiesto se pensa di continuare ancora a fare altri film, ha risposto: "Penso di sì, continuerò se potrò, non dipende veramente da me, ma dipende dalle mie gambe, molto dalle mie mani e dai mei occhi. Oggi c'è chi ha coraggio di vivere la vita, ma non di immaginare. Ho ancora il coraggio di immaginare".

Fra i temi del film-saggio del padre storico della Nouvelle Vague, apparso in collegamento video con la Croisette senza rinunciare al suo sigaro, c'è anche un tema di grande attualità, il mondo arabo. E poi ancora, sempre con protagoniste le immagini, tantissime immagini: la musica, i libri, le mani, per narrare alla Godard, non solo l'Islam, ma anche la crisi dell'Occidente.
 

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