Il nuovo album del cantante, "Mar de colores", uscirà venerdì 7 settembre
Quando si nomina Alvaro Soler, il pensiero va subito ai tormentoni estivi. E, in effetti, da Sofia in poi ogni estate ha portato con sé i suoni allegri delle canzoni dello spagnolo. L'ex giudice di X Factor, però, sorride se lo si descrive come un 'one-hit wonder': "Quante altre canzoni devo scrivere? Spesso ai concerti vedo che il pubblico conosce solo i miei successi passati in radio, ed è un peccato perché io registro i dischi proprio per i live. È qualcosa su cui sicuramente devo lavorare. Il mio obiettivo è far venire le persone ai concerti per sentire gli album interi. Ma non è un lavoro facile".
Questo non abbatte Soler e non gli fa neanche cambiare rotta musicale. Sebbene descriva il suo nuovo album, Mar de colores, in uscita venerdì 7 settembre, come "più maturo di Eterno agosto, soprattutto nei testi", non ha nessuna intenzione di smettere di scrivere brani allegri: "Abbiamo già abbastanza canzoni tristi. Portare gioia con la musica è cosa più bella che questo mestiere mi ha regalato. In fondo, ci sono già tanti problemi…".
Nel disco, comunque, ci sono pure momenti più intensi, come Nino perdido, eseguita al piano, e altri che celebrano la voglia di un ritorno al ritmo compassato della vita. "In Te quiero lento sostanzialmente dico 'ti voglio bene, ma lentamente. Tante volte nella fretta di fare le cose dimentichiamo di goderci il momento. Parlo di un amore, ma anche del successo e della vita. Quando mangi un cibo lentamente, per esempio, te lo godi di più". Per lui ormai è difficile, visto il successo, applicare alla sua esistenza di giramondo i ritmi placidi di chi si gode la propria esistenza. E così racconta, parla tante lingue e sa fare tante cose, "ma nessuna bene".
Ecco come nasce quel 'mare dei colori' del titolo: "Non ce n'è nessuno predominante. Tutti si mescolano fra loro creando sfumature diverse". Intanto Alvaro, cittadino universale (nato a Barcellona, vissuto in Giappone e adesso domiciliato a Berlino, figlio di papà tedesco e mamma metà belga e metà spagnola), celebra le tradizioni e le radici, ma non le divisioni che creano. E si incupisce quando parla della situazione spagnola e della richiesta di indipendenza della Catalogna: "È un peccato. Con la musica io voglio unire la gente, non separarla. Mi fa sentire triste quando vedo parti della mia tradizione che separano le persone. I miei nonni vivono a Barcellona e ad un certo punto avevano paura di andare in strada. Mi fa arrabbiare tanto, perché penso abbiamo problemi più grandi a cui pensare".
Mentre progetta il suo concerto, il 9 maggio prossimo, al Forum di Assago, in cui prevede di mettere in piedi uno "show più dinamico" degli scorsi, un pensiero va alla sua vita milanese, quando era giudice di 'X Factor'. "Era bello stare in Italia perché avevo una routine, è una cosa che non ho mai". E quindi, dopo il caso Asia Argento c'è qualche possibilità di trovarlo dietro al bancone? Guardando la sua faccia pare di no, dell'affaire addirittura non ne sa nulla. Ma in futuro, chissà… "Ho un ricordo bellissimo, se arriva l'opportunità valuterò. Quest'anno non sarebbe stato possibile".
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