Mario Martone racconta una comune antesignana della rivoluzione hippy nata a Capri alla vigilia della Prima guerra mondiale e sottolinea con il suo cinema l'importanza del confronto con gli altri. "E' inutile fare muri, il confronto oggi è ineludibile", ha detto il regista napoletano durante la conferenza stampa di presentazione di 'Capri-Revolution', uno dei tre film italiani in concorso alla 75esima Mostra del cinema di Venezia, prodotto da Indigo Film e interpretato da da Marianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro, Eduardo Scarpetta e Donatella Finocchiaro.
La pellicola racconta una comune artistica fondata a Capri nel 1914 da un gruppo di giovani eccentrici e libertari nordeuropei. Lo spunto nasce dalla comune che il pittore Karl Diefenbach creò sull'isola all'inizio del Novecento. "Mi sono imbattuto nella storia della comune vedendo i suoi quadri alla Certosa di Capri, la storia mi ha colpito, non sapevo che all'inizio del secolo ci fossero esperienze che anticipavano quelle degli anni '60 e '70", ha raccontato il regista di 'Morte di un matematico napoletano' e 'Il giovane favoloso', sottolineando di essere interessato "all'arte non come questione estetica ma attraverso la quale immaginare un diverso modo di relazioni tra le persone: l'arte come atto politico".
In 'Capri-Revolution' si intrecciano le vicende di tre personaggi principali: il fondatore nordeuropeo della comune, una giovane ragazza di umili origini che si ribella al suo destino e il medico del paese di idee progressiste. La figura della ventenne capraia, interpretata Marianna Fontana, che si unisce alla comune dicendo di no alle imposizioni della sua famiglia, dà modo al cineasta di allargare la riflessione alla società di oggi. "Pare che ora tutto si debba chiudere, c'è una visione dove odio e paura fanno da collante. Quella che interpreta Lucia è una figura luminosa: è una giovane di Capri analfabeta che non sa nulla e scopre tutto e non ha paura dell'altro".
In conferenza stampa ha parlato del personaggio anche Marianna Fontana, che interpreta Lucia. "Mi sono preparata stando con le capre, ho pascolato e munto", ha detto sorridendo l'attrice, che ha proseguito: "Ho parlato con Mario e con la sceneggiatrice Ippolita di Majo, ho letto libri e saputo della comune. Sul set mi sono lasciata andare, ho aperto me stessa con il corpo, con le scene di nudo, ma soprattutto con l'anima". Poi è stato ancora Martone a spiegare il senso di 'Capri-Revolution': "Il film mette in campo mondi diversi: l'isola è la metafora del mondo e il mondo è un'isola ma oggi non si può fare altro che confrontarsi", ha ribadito il filmaker napoletano.