Hanno contribuito alla realizzazione dell'album anche Francesco Guccini e Morgan. Dediche a Giulio Regeni, Alex Zanardi, Ayse e Papa Francesco

Nell'era di Spotify, Roberto Vecchioni pubblica un nuovo disco che non sarà disponibile sulle piattaforme digitali, ma uscirà solo in formato fisico, vinile e cd. Ma non solo: "l'Infinito", in arrivo il 9 novembre, è un concept album, un disco a tema, orgogliosamente figlio della stagione del cantautorato italiano. Scelte controcorrente, rivendicate dal 'Professore' e dettate dalla volontà di non trattare la musica come prodotto di consumo veloce, scaricabile con un click, di non decontestualizzare l'ascolto del singolo brano, parte integrante della narrazione. "Non dodici canzoni, ma una sola lunghissima canzone divisa in dodici momenti", spiega il 75enne artista milanese, che per l'occasione è riuscito a riportare in uno studio di registrazione Francesco Guccini.

Il cantautore emiliano, che da sei anni ha lasciato il mondo della musica, duetta con l'amico in Ti insegnerò a volare ballata ariosa dai sapori folk irlandesi dedicata all' ex pilota e atleta paralimpico Alex Zanardi. "Questo brano – spiega Vecchioni – si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la 'canzone d'autore' e che non c'è, non esiste più dagli anni '70. In realtà l'intero disco è immerso in quell'atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice ed elementare oppure sottile e sofisticata, ma comunque cultura. Forse per questo Francesco Guccini (che ho fortemente voluto e che ringrazio ancora di esserci stato), ha scelto di cantare con me".

Nel disco c'è un altro ospite, un 'irregolare' della canzone italiana come Morgan, che canta l'ultima strofa di Com'è lunga la notte, autoritratto ironico di Vecchioni su se stesso. Il tema del concept album è nel titolo, "L'Infinito", da cercare dentro noi stessi, ma che vive anche nei tanti personaggi, letterari o reali, a cui il Professore si è ispirato per il suo viaggio: Giulio Regeni (Giulio), Ayse, la guerrigliera curda che muore combattendo l'Isis (Cappuccio Rosso) o Papa Francesco, omaggiato senza essere nominato in La canzone del Perdono. E naturalmente di Giacomo Leopardi, ispirazione primaria di tutto il disco. Un lavoro che vive di parole, naturalmente, ma anche di musica, ovviamente dal sapore rétro, che grazie alla guida sapiente di un mostro sacro come Lucio Fabbri della Pfm, veste perfettamente le liriche di Vecchioni, tra ballate pianistiche e incursioni folk.

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