Il cantante ospite a MusicaPresse racconta il nuovo disco, il rapporto con i social e quello con i talent

Più che un titolo, una dichiarazione di intenti. 'Vengo in pace' è l'esatta descrizione di questo periodo della vita, professionale e non, di Nesli. Per lungo tempo inquieto, a volte pessimista, l'ex rapper, adesso cantautore e produttore, ha trovato la serenità e la infila nell'album in uscita il 22 marzo. Attenzione: serenità e non felicità "perchè quella è una pillola, un momento". Semplicemente Nesli ora ha capito quale è il suo posto. E non solo viene in pace, ma in quelli che definisce "tempi di guerra". Non in senso politico, bensì sociale: "Io lavoro con le parole, mi riferisco a quelle, al mondo dei social che hanno dato a tutti la possibilità di essere violenti senza assumersi responsabilità e metterci la faccia".

Nesli, infatti, i social network li usa pochissimo e in maniera sobria: "Non so se sia perchè non li ho capiti fino in fondo o forse proprio perchè li ho compresi. Non li uso in modo maniacale come molti colleghi. Il mio lavoro è un altro e non mi vergogno a dire che non lo so fare". Niente a che vedere, quindi, con un gap generazionale con le nuove leve del mondo della musica: "Sono proprio i social che hanno creato il problema: prima non esisteva. E' fondamentale essere sempre giovani, belli, sorridenti… ma la musica non ha niente a che fare con l'età. Anzi, più hai vissuto, più le tue canzoni vorranno dire qualcosa. In effetti ci sono molti miei colleghi che hanno meno di 20 anni e potrebbero non fare musica, senza togliere niente alla storia italiana".

Al contrario, Nesli rientra nella generazione che ha avuto come "malattia una noia profonda" e considera una vera fortuna "avere dato un colpo di reni" a quella monotonia che avrebbe potuto segnare la sua vita. E a guardarlo sembra davvero sereno. Forse, come dice lui, c'è lo zampino dell'astrologia ("l'unica forma di credo che non crea estremismi") o, più probabilmente, dopo anni di guerra interiore è sceso a patti con se stesso. "Non accettare compromessi è il più grande compromesso", canta. Ed è quello che ha fatto lui, decidendo a un certo punto di lasciare il rap e fare la "Nesli music". Allontanarsi da quel mondo di "circo, maschere e personaggi" del rap in cui non si sentiva più a suo agio alla fine si è rivelata la mossa giusta. La più intelligente, giusto un attimo prima dell'attuale esplosione del genere: "E' un genere che nasce per mancare di rispetto e diventa poco credibile. Quell'ambiente lì non mi appartiene da tanto, forse non mi è mai appartenuto. E' il motivo principale per cui mi sono allontanato e ho aperto un nuovo sentiero. Gli stolti dicono che ho smesso quando hanno iniziato a girar soldi, ma capiranno che proprio per quello era il momento di andarsene. Io sono un cantautore, e quest'anno a Sanremo ho visto tanti con il mio approccio. Se esistono realtà come questa è anche grazie a un folle come me che ci ha messo la faccia".

Ecco, Sanremo, due volte in quattro anni. E se la prima è stata una buona esperienza, dalla seconda Nesli racconta di esserne uscito con una forte depressione a causa delle critiche e gli insulti per il duetto con Alice Paba: "Siamo stati sfortunati, però quando sei lì non riesci a fartene una ragione". Ma, nonostante questo, non è un palco che teme: "Non ho un brutto ricordo, in realtà. Non è più capitata l'occasione, ma lo rifarei sicuramente". Così come rifarebbe 'Celebrity Masterchef', che definisce "un'esperienza fuori di testa, molto bella". E così, affrontato lo 'scoglio' tv, perché non 'X Factor', dove i posti da giudice sembrano tutti vacanti? "Ma certo! Non credo a chi dice che lo hanno chiamato e ha rifiutato. Io ci andrei subito, è una cosa pazzesca, estremamente positiva e coinvolgente. Accetterei alla grande, fra l'altro in quel periodo sono anche libero. Non so se ci sarà Mara (Maionchi, ndr), con lei facevamo una coppia pazzesca a Masterchef. Avevamo anche dato l'assist a Sky…".

Intanto, in attesa di una chiamata in tv, Nesli si dedicherà ai concerti. Prima un giro nei club, che precederà l'uscita del disco, il 21 marzo dal largo Venue di Roma per toccare Bolzano, Firenze, Bologna, Torino, Napoli, Bari e Catania e chiudere all'Alcatraz di Milano l'11 aprile. Poi un tour nelle piazze da maggio. E, in tempi di reunion, se "il tempo lava tutto", chissà che non ne esca anche una riappacificazione con il fratello Fabri Fibra: "Le vie del Signore sono infinite. Io vengo in pace".

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