Il cantautore calabrese presenta il suo nuovo lavoro: "Bisogna interrogarsi sui toni con cui le cose vengono dette"

Un album più introspettivo dei precedenti, forse perfino più 'maturo' e, per sua stessa ammissione, spirituale, il nuovo di Brunori Sas, 'Cip!', che il cantautore calabrese ha presentato a Milano. L'occasione è stata l'iniziativa 'Parla con Dario', alla Casa degli Artisti, dove Dario Brunori ha lavorato negli ultimi mesi al disco, registrato tra Milano e la Calabria. Un lavoro che trasmette le emozioni del cantante fin dalla copertina dell'album, dove campeggia un pettirosso, a simboleggiare la volontà dell'artista di tornare a toni più bassi in un mondo che urla. Non a caso, commentando un verso del primo singolo 'Al di là dell'amore' ("Questi parlano come mangiano e infatti mangiano molto male"), Brunori ha spiegato che "ci si deve interrogare sui toni, su come le cose vengono dette, che a volte è più importante rispetto a cosa viene detto. Oggi a volte c'è una violenza dei toni che ti fa quasi rimanere male". Anche per questo ha detto di guardare con interesse al movimento delle sardine: "Più che per l'aspetto politico, il movimento mi interessa perché recupera una certa poetica e visione della vita. Abbiamo un ritorno a un certo tipo di passione, in particolare tra i giovani. Mi riservo però di vedere come evolverà, sono in osservazione".

Brunori ha voluto scrivere undici brani che parlano "dell'Uomo, non degli uomini" e che fanno del disco prodotto con Taketo Gohara un affresco sull'amore 'a tutto tondo', non nascondendo quella che l'artista definisce "la difficoltà di essere buoni e non sentirsi fessi nell'esserlo". "Ho voluto recuperare – ha spiegato ai fan e ai giornalisti durante la presentazione – il 'Fanciullino' del Pascoli. Oggi ci vuole una visione fanciulla, e così ho scritto cose di cui in passato magari mi sarei forse anche vergognato, che arrivano anche alla spiritualità, alla religiosità". Per ritrovare l'aspetto interiore in una realtà che ci spinge a metterlo da parte.

"Ho buttato là – ha detto poi citando Gaber – una forma di accettazione: non soffrire, non perdere troppo tempo rispetto a ciò che comunque è così. Ma non è rassegnazione, è riconciliarsi con ciò che è". E il quinto disco torna un po' anche alle origini, "è come se fosse il primo-bis, ho recuperato una sorta di sincerità non filtrata dall'ironia".

L'album, in uscita oggi, è soprattutto un tentativo "di andare oltre quell'obsolescenza programmata dei sentimenti a cui ci spinge la velocità che ci viene imposta nel mondo di oggi". Tra le parole più presenti nei titoli degli undici brani c'è proprio 'mondo'. "È una delle parole chiave del disco – ha spiegato Brunori – perché mi fa pensare a quella che gli astronauti chiamano 'sindrome della visione d'insieme', la difficoltà di separare il 'noi' dagli 'altri', una volta che si è osservata la Terra da lontano".

Anticipato dai due singoli 'Al di là dell'amore' e, in dicembre, la ballata 'Per due che come noi', il nuovo disco di Brunori Sas contiene undici canzoni che sono uno spaccato sull'amore e sul mondo di oggi nell'ottica di un artista arrivato al successo tardi, una cosa che, ha spiegato, "mi ha permesso di fare un percorso e tutto sta arrivando nel momento giusto. Non ho mai inseguito un obiettivo di notorietà, volevo soltanto cantare. Ma ora mi sono attrezzato".

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