Una romantica dichiarazione d’amore, sincera ma non banale

È uscito venerdì il nuovo singolo di Peter White ‘Rosè’. Il giovane cantante romano, dopo aver conquistato il disco d’oro con ‘Narghilè’ e a pochi mesi dalla pubblicazione di ‘Sabato sera’ feat. Gemello, esce con un nuovo brano “nato a casa mia, solo chitarra e voce – racconta a LaPresse – un po’ di tempo fa, prima del primo lockdown. È un brano ibrido: dalla chitarra poi sono passato al piano e ho scritto la prima strofa. L’ho fatto sentire ai produttori e ci siamo messi subito a lavorare. Niagara ha dato la sua impronta con i synth, un po’ anni ’80, poi Polare nel ritornello ha messo la chitarra elettrica, ed è nata una parte un po’ rockeggiante. Diverse sfumature, da qui il titolo, ‘Rosè’, per una canzone che inizialmente si sarebbe dovuta chiamare ‘Il modo che hai’. Una canzone nata tra il tramonto e la sera, quando i colori sfumano”.

‘Rosé’ si presenta come una romantica dichiarazione d’amore, sincera ma non banale, capace di evocare emozioni comuni pur risultando autentica e personale. Ascoltando le parole del cantautore sembra quasi di percepire il rumore della pioggia che scandisce il ritmo lento dell’attesa, le giornate piacevoli ed emozionanti trascorse con la persona amata, i rari e preziosi momenti in cui si ha la possibilità di assaporare quei particolari, apparentemente insignificanti, che poi si insinuano nella mente senza andarsene più via.

“La canzone nasce e prende forma cullata da un estremo all’altro. Dalla calma al caos. Da un sospiro al maestrale. Da una passeggiata con il sole a una corsa sotto la pioggia battente. Da un bacio lento a un morso che resta sulle labbra. Sono andato consapevolmente nel mondo delle casualità per perdermi lì, tra dubbio e certezza, tra tutto e niente, tra bianco e rosso: in un’unica e sorprendente sfumatura. Nel Rosé”, spiega l’artista.

Che ora ha in preparazione un album: “Dopo i primi due singoli, ‘Poker’ e ‘Sabato sera’, con Rosè ora acceleriamo. Stiamo lavorando tantissimo, anche se una parte del progetto, lavorando in certi periodi in smart working, è più difficile perché la musica è fatta di condivisione, e stando lontani le idee girano più lentamente. Rosè è la casella di un percorso, stiamo decidendo bene i passi da fare. Ora siamo tornati in studio, con tutte le misure di sicurezza. Per me stare a casa va invece bene per la scrittura, durante il lockdown mi sono abituato e ora è molto più usuale per me cominciare a lavorare chitarra e voce”.

Una canzone che in fondo, pur senza volerlo, “tra dubbio e certezza” parla anche del difficile momento che tutti stiamo vivendo: “Rosè – conclude Peter White – è proprio l’accettazione della via di mezzo, ma non in senso negativo. Semplicemente, non dobbiamo vedere il mondo bianco o nero, solo vino bianco o rosso, ma sono importanti i dettagli. Il rosè, appunto. È un titolo gioviale, che fa pensare all’aperitivo, agli amici, forse una canzone che serve in questo momento”.

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