La cantante e attrice, 79 anni, si racconta e parla dei prossimi progetti
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“Ho sempre deciso io cosa cantare. Ed ho lottato per questo”: parola di Barbra Streisand. Che, a 79 anni, con una bacheca ricca di premi (tra cui due Oscar, dieci Grammy e nove Golden Globe), torna con l’album “Release Me 2”. Un disco raro e prezioso, creato riaprendo i suoi archivi e rispolverando 10 pezzi nascosti dalla sua lunghissima carriera.
Cantante e attrice, Barbra è sempre andata contro chi voleva limitarla. Ad appena 21 anni chiese alla Columbia Records meno denaro in cambio del controllo creativo. “Non era importante per me sapere la quantità di denaro che avrei ricevuto. Tutto quello che volevo era cantare qualsiasi canzone volessi“, ha raccontato in una lunga intervista alla Bbc.
“Quando ho fatto ‘The Broadway Album’, dissero: ‘Oh no, non sono canzoni pop‘. Ma io ho risposto: ‘Ho il diritto di cantare quello che voglio cantare’. A quel tempo non mi avrebbero nemmeno pagato fino a quando non avessi venduto due milioni e mezzo di copie ma l’album è arrivato in vetta alle classifiche. Devi fidarti del tuo istinto se sei un artista e devi fare quello in cui credi e niente altro”, ha ricordato.
Barbra Streisand dalla musica al cinema, sempre avanti con le sue idee

Barbra Streisand possiede i master originali di tutte le sue registrazioni in un caveau appositamente creato. Così, ripescando tra nastri e bobine, ha messo insieme “Release Me 2”.
“Le canzoni del mio primo album le avevo cantate in piccoli locali notturni, quindi le conoscevo bene. Alcune di queste canzoni le canto ora per la prima volta in studio di registrazione”, ha ricordato ancora la star, che anche sul set ha sempre mantenuto lo stesso spirito.
Tanto che, negli ultimi anni, ha più volte cercato di realizzare un film sulla storia d’amore tra la fotoreporter Margaret Bourke-White e l’autrice Erskine Caldwell, pellicola più volte annunciata (ma il progetto non è stato mai portato avanti).
E poi un’autobiografia, che da tempo sta scrivendo e che non ha ancora una data di pubblicazione ufficiale. “In realtà ho iniziato otto anni fa, scrivendo a mano”, ha concluso, “ma di recente ho capito che dovevo concentrarmi su questo progetto, cosa che l’anno della quarantena mi ha aiutato a fare”.
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