Il monologo dell'attore sul palco dell'Ariston davanti a Mattarella: "Il mio articolo preferito è il 21, tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero"

Storico inizio per la 73esima edizione del Festival di Sanremo: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è giunto all’Ariston all’inizio della serata e ha assistito a un lungo monologo di Roberto Benigni dedicato alla Costituzione, in occasione del 75esimo anniversario. Mattarella è stato accolto da una lunga standing ovation, poi Gianni Morandi ha cantato l’inno d’Italia accompagnato dal pubblico, compreso il capo dello Stato. “Averla qui con noi – ha detto Amadeus – in questo teatro testimonia ancora una volta la sua vicinanza al mondo della cultura e della musica. Quest’anno ricorre il 75esimo anniversario della Costituzione di cui lei è il nostro amato garante”. Poi “a rappresentare l’altissimo valore delle sue pagine” Amadeus ha chiamato sul palco Roberto Benigni. L’attore ha salutato il presidente “con tutta la mia stima e ammirazione. Per me è una gioia essere qui”. L’attore ha scherzato rivolgendosi a Mattarella: “Lei è al secondo mandato, Amadeus è al quarto e ha già prenotato il quinto, è costituzionale? Presidente bisogna fermarlo”. Poi è tornato serio dicendo: “La musica è la regina delle arti, tutte le arti tendono alla musica. A volte la musica leggera viene relegata in un posto piccolo nella storia dell’arte, ma la musica leggera ha un posto enorme nella storia sentimentale dell’umanità. Sanremo ci ha avviluppato l’anima a tutti noi, di tutte le generazioni, le canzoni sono così, ti entrano dentro. Federico Fellini diceva ‘la musica è pericolosa perché ti entra dentro’, ed è così, è un anello tra il concreto e l’astratto. E come dice Don Chisciotte dove c’è la musica non ci può essere nulla di cattivo”.

Sanremo, 73mo Festival della canzone italiana - Prima serata
Sanremo, 73mo Festival della canzone italiana – Prima serata

“Quest’edizione è particolare – ha sottolineato Benigni – perché cade nel 75esimo anniversario della Costituzione, e la Costituzione è legatissima con l’arte, la Costituzione è un’opera d’arte e ogni parola sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria, perché butta all’aria l’oppressione e la violenza che c’era prima, ci fa sentire che viviamo in un Paese che può essere giusto e bello, che si può vivere in un mondo migliore. È un sogno fabbricato da uomini svegli, ed è una cosa che può accadere una volta nella storia di un popolo. ‘Penso che un sogno così non ritorni mai più’ si addice alla nostra Costituzione. L’hanno fatta in pochissimo tempo, sono stati dei visionari, ed è stato un miracolo perché erano 556 di tanti partiti, divisi su tutto tranne su una cosa: essere uniti per scrivere la Costituzione più bella. E non si rivolge alla società presente ma guarda al futuro”.

“Hanno fatto la Costituzione più bella che si possa immaginare. Pensate all’articolo 11 ‘L’Italia ripudia la guerra’. Se lo avessero adottato tutti i Paesi non esisterebbe più la guerra sulla Terra”, ha aggiunto Benigni, ricordando poi che “tra i nostri padri costituenti c’era Bernardo Mattarella, che è il padre del presidente, lei e la Costituzione – ha detto rivolgendosi a Mattarella – avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che la Costituzione è sua sorella”. E ha concluso: “Il mio articolo preferito della Costituzione è il 21, e dice una cosa con un linguaggio semplice che sembra scritto da un bambino: tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. E se lo hanno scritto vuol dire che ce n’era bisogno. Per me è l’architrave di tutto. Ancora oggi in alcuni Paesi le persone vengono incarcerate solo perché ballano o cantano, non lontano da noi. I padri e le madri costituenti hanno lasciato l’ultima pagina bianca, perché dovevamo scriverla noi, con la nostra vita. Loro hanno tracciato la via e ci hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno realtà”.

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